La Commissione Ue ha preparato una roadmap per riportare Schengen alla normalità entro novembre, e riformare il regolamento di Dublino entro luglio. Inoltre, secondo la bozza della tabella di marcia di cui l'ANSA ha preso visione, se il 12 maggio (giorno in cui scadono i tre mesi concessi ad Atene) persisteranno "le serie carenze alle frontiere esterne" della Grecia è prevista l'attivazione dell'articolo 26, quello che permette i controlli per uno o più Paesi, per un massimo di due anni.
Le autorità della Macedonia hanno riaperto per circa quattro ore le frontiere con la Grecia, autorizzando l'ingresso di 170 profughi provenienti da Siria ed Iraq. Circa 10mila persone rimangono bloccate al confine tra i due paesi. Secondo la polizia greca, la Macedonia ha aperto le frontiere tra la mezzanotte e le due una prima volta, e poi tra le sette e le nove di questa mattina.
Skopje intende autorizzare quotidianamente l'ingresso ad un contingente equivalente al numero di persone che la Serbia è pronta ad accettare ogni giorno.
Come riferiscono i media locali, il confine e' stato aperto a mezzanotte e fino alle due sono passati in 70, mentre dalle 6 alle 9 di stamane ad altre cento persone e' stato consentito di entrare in Macedonia.
La situazione e' sempre molto precaria, con il malcontento e la rabbia dei migranti bloccati che crescono di giorno in giorno, e con condizioni ambientali e igienico sanitarie sempre piu' insostenibili. La Macedonia intanto, dopo gli scontri dell'altro ieri, ha notevolmente rafforzato il dispositivo di sicurezza con l'afflusso alla frontiera di altre centinaia di poliziotti e militari.
Ci sono tra le 12mila e le 15mila persone che hanno bisogno di aiuti umanitari immediati" in Grecia, afferma il commissario europeo Christos Stylianides, nell'auspicare un'adozione veloce dello strumento finanziario per l'emergenza umanitaria in Ue presentato oggi.
Intanto è proseguito nella notte lo sgombero della GIUNGLA DI CALAIS
E arriva l'appello del Papa - "Cercare la giustizia, soccorrete l'oppresso: rendete giustizia all'orfano, difendete la causa della vedova, pensate ai tanti profughi che sbarcano in Europa e non sanno dove andare". Lo ha detto il Papa in udienza generale, commentando il profeta Isaia che descrive la richiesta di giustizia di Dio. Se si compiono le opere di misericordia, tra cui il soccorso ai profughi, allora, ha spiegato papa Francesco, "i peccati diventeranno bianchi come la neve". "Questo - ha aggiunto subito dopo papa Francesco - è il miracolo della misericordia di Dio, e i nostri peccati diventeranno bianchi come la neve, e candidi come la lana, e i popoli potranno vivere nella pace". "La misericordia di Dio - ha concluso - è offerta a tutti e queste parole del profeta valgono anche oggi per tutti noi chiamati a vivere come figli di Dio". Papa Bergoglio, che domenica all'Angelus aveva chiesto all'Europa di non lasciare sola la Grecia nell'affrontare l'afflusso di profughi, oggi non ha aggiunto particolari al suo appello, ma, continuamente aggiornato sulla situazione umanitaria, è sicuramente a conoscenza dei problemi verificatisi negli ultimi due giorni alla frontiera tra Grecia e Macedonia e a Calais.
Intanto dalla dall'intelligence italiana arriva un allarme sul rischio che "si presenta più concreto" lungo la rotta balcanica. Lo indica la relazione annuale dei servizi di intelligence inviata al Parlamento, evidenziando come la regione balcanica sia zona di transito privilegiato di foreign fighters (oltre 900 sono partiti da lì per i teatri di guerra), nonchè area di "realtà oltranziste consolidate".