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Riformisti avanzano. Rohani, in Iran c'è un'aria nuova

'Ma conservatori davanti nelle aree rurali'. Record di donne elette

I riformisti avanzano in tutto l'Iran, soprattutto nelle città, ma i conservatori sono tutt'altro che spariti. Anzi, secondo gli ultimi dati fatti filtrare dai media locali, il blocco dei fondamentalisti sarebbe davanti nelle aree rurali. Al di là comunque di chi alla fine riuscirà ad avere la maggioranza numerica nel nuovo Parlamento, il voto di venerdì segna un innegabile successo politico per le aperture del presidente Hassan Rohani, al quale si sono ispirate le liste riformiste e moderate.

Un successo che lo stesso Rohani ha celebrato su Twitter rivolgendosi a tutti gli iraniani: "Con il vostro voto, avete creato una nuova atmosfera". Rohani ha postato la foto di un gruppo di iraniani che mostrano felici il dito macchiato d'inchiostro dopo aver compiuto il loro dovere elettorale: uomini e donne insieme, le più giovani con foulard colorati e posati sulla nuca, senza coprire i capelli, come vorrebbero imporre gli ayatollah più severi. "Mi alzo in piedi davanti a voi, davanti alla grande nazione iraniana, davanti all'onore della sua storia", ha scritto il presidente. I riformisti-moderati hanno conquistato, in un successo clamoroso, 30 seggi parlamentari su 30 nel collegio elettorale di Teheran e sono avanzati ovunque nel primo test popolare dopo l'accordo con l'Occidente sul ridimensionamento del programma nucleare iraniano e la fine delle sanzioni. Molti militanti della 'Lista per la speranza' stasera avrebbero voluto scendere a festeggiare a Vali Asr, la grande arteria stradale che attraversa Teheran da nord a sud. Ma il loro leader, Mohammed Reza Aref, li ha frenati. Un altro vincitore delle elezioni, l'ayatollah Akbar Hashemi Rafsanjani, ha affidato ancora a twitter un messaggio solenne.

"Nessuno può resistere alla volontà della maggioranza del popolo", ha sentenziato con la forza di chi ha conquistato, sempre nel collegio di Teheran, 13 seggi su 16 per l'Assemblea degli Esperti, l'assise di 88 religiosi dove un domani si sceglierà la nuova Guida Suprema. Il silenzio ha invece prevalso nel campo dei conservatori, che rischiano di perdere il controllo sia del Parlamento che dell'Assemblea degli Esperti. Ad ogni modo, anche se il segnale di Teheran è molto forte, nelle altre zone del Paese i fondamentalisti, contrari alle aperture all'Occidente, arretrano ma certo non scompaiono. Secondo Press Tv, anzi, sarebbero addirittura avanti nelle campagne e nelle aree rurali. E in base ai meccanismi elettorali iraniani ciò potrebbe anche portare la lista dei conservatori in vantaggio nel nuovo Majlis: infatti le otto principali città, dove vive la metà della popolazione del Paese, hanno solo 57 seggi sui 290 del Parlamento.

Insomma, dai risultati finali del voto, dopo il ballottaggio previsto per fine aprile, potrebbe emergere un Parlamento dove la maggioranza si giocherà sul filo del rasoio. Venerdì scorso, oltre 33 milioni di iraniani, il 60% del potenziale elettorato, si sono recati alle urne. Molti dei candidati per i 290 posti sono stati eletti, ma in alcuni collegi nessuno ha raggiunto la quota minima del 25% dei voti e si dovrà dunque andare al secondo turno. Non è ancora chiaro infine il numero di donne elette nel nuovo Majlis. Circa 500 erano le candidate in corsa, su 5 mila aspiranti deputati. In un primo momento si era parlato di tredici, ma la cifra - sempre secondo conteggi parziali - sarebbe salita ad una ventina, un numero record - anche se piccolo - nella storia del Parlamento iraniano. Nessuna donna farà invece il suo ingresso nell'Assemblea degli esperti, che rimarrà un club esclusivamente maschile. Il Consiglio dei Guardiani, l'organismo giuridico religioso incaricato di selezionare le candidature, ha bocciato tutte le domande femminili.i.

 

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