C'e' chi evoca improbabili sommergibili-giocattolo e chi riporta alla memoria direttamente i Beatles e il loro 'Yellow Submarine'. Fatto sta che tabloid e stampa conservatrice si sono scatenati in Gran Bretagna contro quella che viene bollata come l'ultima 'sparata' di Jeremy Corbyn: nel mirino, questa volta, la proposta in base alla quale il leader laburista anti-austerity ha aperto ieri a un via libera al progetto di costruzione di nuovi sottomarini Trident - a cui finora si era opposto in nome della tradizionale militanza pacifista - ma a patto di lasciarli 'disarmati'. O, per essere precisi, di non dotarli piu' di testate atomiche.
Un'idea subito bocciata dal Partito Conservatore del premier David Cameron, paladino del mantenimento di quel "deterrente nucleare" britannico di cui proprio i Trident sono l'ultimo residuo. E irrisa oggi come una trovata estemporanea da tutta la stampa del regno più orientata a destra (ma non solo). Una stravaganza destinata a "preservare i costi di un deterrente nucleare britannico indipendente, senza preservarne i benefici", taglia corto l'editoriale del Times dello squalo Rupert Murdoch. Per Corbyn, 67 anni, deputato e attivista di lungo corso dell'ala più radicale e pacifista del Labour, non è il primo 'passo falso'. Almeno agli occhi dell'establishment mediatico e di palazzo del Paese. Tanto più che nelle stesse ore e nella stessa intervista, concessa ad Andrew Marr della Bbc, si è lasciato andare anche a una frase piuttosto ingarbugliata in cui ha in qualche modo sdoganato il concetto - realistico forse, ma decisamente estraneo al politically correct del momento - di un ipotetico canale di collegamento da tenere socchiuso con Isis e dintorni, per affrontare casi come i rapimenti d'ostaggi.
Del resto anche il Guardian, progressista fino al midollo, pur legittimando in un commento firmato da Richard Norton Taylor l'idea che il deterrente nucleare nazionale sia ormai superato, in tempi di guerra asimmetrica al terrorismo e ai jihadisti, critica come contraddittoria e anti-economica l'opzione di rinunciare alle testate spendendo ugualmente miliardi di sterline per l'ammodernamento dei sottomarini. E, al pari dell'Independent, si domanda se non ci siano altri modi per venire incontro alle esigenze occupazionali invocate dai sindacati, inclusi quelli più amici del Labour corbyinano.
Vignette e fotomontaggi intanto si sprecano. Morten Morland, sul Times, tratteggia un missile la cui testata ha il volto di Corbyn e al momento dell'esplosione si limita a estrarre una bandierina con su scritto "bang", tipo pistola di Carnevale. Mentre Adams, disegnatore del Telegraph, piazza il barbuto capo laburista a bordo d'un innocuo Yellow Submarine, istoriato con simboli hippie degli anni '60-70, e lo fa affacciare indignato domandando "Who are you calling yellow?" ("Giallo a chi?"). Quasi a rivendicare il suo vero colore politico: rosso senza sfumature.