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Mosca-Ankara, escalation di accuse e minacce

La Russia sostiene di aver individuato tre percorsi attraverso i quali il petrolio dell'Isis giunge in Turchia

Escalation di accuse e minacce tra la Russia e la Turchia. Mentre Vladimir Putin avverte Ankara: "si pentirà di quello che ha fatto", Erdogan ribalta l'accusa arrivata ieri dal Cremilino nei suoi confronti: è la Russia che commercia petrolio con l'Isis.

Nuovo attacco di Mosca ad Ankara. "Se qualcuno pensa che la reazioni della Russia saranno limitate alle sanzioni commerciali, si sbaglia di grosso": lo ha detto Putin nel suo discorso alla nazione rilanciando le sue accuse alla Turchia di complicità con l'Isis. "Non dimenticheremo l'abbattimento del jet russo", ha aggiunto. La leadership turca - ha detto Putin riferendosi all'abbattimento del jet da parte dell'aviazione turco ai confini con la Siria, che ha provocato la morte di due soldati - è responsabile per la morte dei militari russi in Siria. I negoziati per il gasdotto russo-turco Turkish Stream sono sospesi, in seguito all'abbattimento del Su-24 da parte di F16 di Ankara: lo ha annunciato il ministro dell'energia russo Aleksandr Novak, precisando che la questione della costruzione della prima centrale nucleare turca resta aperta. Così le agenzie russe. Mosca ha cominciato a fornire all'Iran i sistemi di difesa anti aerea S-300: lo ha annunciato il consigliere presidenziale per la cooperazione tecnico-militare Vladimir Kozhin. "Il contratto e' in vigore e le forniture sono cominciate", ha dichiarato alla Tass.

Erdogan attacca Russia - La Turchia ha le prove del coinvolgimento russo nel commercio del petrolio dell'Isis: così il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, secondo le agenzie turche.

Ieri il pesante attacco di Mosca al presidente turco. Il vice ministro della Difesa russo, Anatoli Antono ha affermato che Erdogan  e la sua famiglia, nonché  le più alte autorità politiche della Turchia sono coinvolti nel "business criminale del traffico illecito di petrolio proveniente dai territori occupati dall'Isis in Siria e in Iraq. Antonov ha quindi definito la Turchia "il consumatore principale di questo petrolio rubato ai proprietari legittimi della Siria e dell'Iraq". La Russia sostiene di aver individuato tre percorsi attraverso i quali il petrolio dell'Isis giunge in Turchia. "Sono state individuate - ha detto il vice capo di Stato maggiore russo, Serghiei Rudskoi, durante un vertice delle autorità militari - tre rotte principali per il trasporto del petrolio verso il territorio turco dalle zone controllate dalle formazioni dei banditi in Siria e in Iraq". Il presidente turco replica alle accuse arrivate da Mosca: '"Nessuno può lanciare calunnie contro la Turchia sull'acquisto di petrolio dall'organizzazione terroristica Daesh", cioè l'Isis. "Nel momento in cui potranno provarlo mi dimetterò, come dovrebbero fare quelli che non possono provare le loro accuse", ha aggiunto. I proventi dell'Isis dal traffico illegale di petrolio ammontano a due miliardi di dollari l'anno, sostiene Antonov, precisando che i jihadisti si servono di questo denaro "per arruolare militanti in tutto il mondo, equipaggiandoli con armi, attrezzature militari e armamenti". Decisa la presa di posizione del Pentagono. "Rifiutiamo categoricamente l'idea che la Turchia stia lavorando con l'Isis. E' totalmente assurdo". Così il portavoce Steve Warren reagisce alle accuse di Mosca secondo cui Erdogan "e la sua famiglia" sono coinvolti "nel traffico illecito di petrolio" con l'Isis. "La Turchia partecipa attivamente ai raid della coalizione contro i jihadisti", ha detto Warren.

Dai Sumeri ad oggi, perché la Siria è strategica (VIDEO).

 

 

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