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Terrorismo. Nuovi falsi allarmi bomba sulla metropolitana di Roma

Alfano: nessuna sottovalutazione né allarmismo. Maroni: prima alla Scala non sarà blindata

Era un falso allarme quello alla stazione Torre Gaia delle linea C della metropolitana di Roma: una bambina aveva dimenticato due borse frigo sulla banchina, secondo quanto si apprende dai carabinieri, intervenuti sul posto per una verifica. L'intera linea C della metro è stata riattivata. E anche la metro A di Roma è stata riaperta dopo che su un vagone alla stazione Cornelia era stato trovato un pacco sospetto che si è rivelata una borsa con degli alimenti. A trovarla è stato un militare di pattuglia che ha dato la segnalazione. Ora il servizio è regolare su tutte le linee. Già stamattina, sempre sulla linea A, avevano dato esito negativo i controlli degli artificieri nella stazione Lepanto, dove era stato trovato un pacco sospetto.

Allarme Fbi: Alfano,nè sottovalutazione nè allarmismo
- "Nessuna sottovalutazione, ma nessun allarmismo" sull'allarme diramato ieri dall'Fbi su possibili rischi di attentati per l'Italia. Lo ha detto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, aggiungendo che "il livello di allerta è quello che abbiamo annunciato ed il presidio, ove possibile, è ancora più forte già da ieri pomeriggio".

Maroni, 'Prima Scala non blindata ma in sicurezza'
- "Contrariamente a quanto qualcuno mi aveva anche suggerito io sono perchè la Prima della Scala si tenga ma poichè si tratta di un evento straordinario di portata mondiale, chiederò che ci siano straordinarie misure di sicurezza". Lo ha detto all'ANSA il governatore della Lombardia Roberto Maroni. "Con questo - ha aggiunto - non penso ad una manifestazione blindata, ma alla solita festa che Milano ogni anno ospita, comprese, se ci saranno, le eventuali contestazioni di piazza che fanno parte della tradizione della Prima".

"È stata ampliata la no-fly zone. Ci sono alcune zone della Capitale, praticamente tutta la città, che sono interdette al volo aereo per tutto il periodo del Giubileo". Lo annuncia il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, a margine della presentazione del logo di Roma per il Giubileo. "Annullare il Giubileo non avrebbe minimamente modificato la minaccia, cioè colpire un paese come l'Italia che si trova in un contesto internazionale ben definito ed è la sede della cristianità" ha aggiunto Gabrielli. "Gli obiettivi ci sono in tutto il mondo - ha aggiunto - non dimentichiamoci che il Papa ha deciso di aprire la prima porta santa non a Roma ma in Centrafrica. Quindi paradossalmente la soluzione sarebbe spostare il Vaticano dall'Italia, ma non mi sembra il caso". Sarà un Giubileo sicuro? Chiedono i cronisti. "Sarà un Giubileo protetto", ha risposto Gabrielli.

Federalberghi Roma, annullati tour via Francia  - "Dopo gli attentati, i tour che passavano per Parigi e arrivavano a Roma sono stati quasi tutti cancellati. A venir meno sono stati soprattutto di potenziali visitatori provenienti dal sud est asiatico, Giappone, Cina, Corea. Hanno retto meglio americani e europei". Così il presidente di Federalberghi di Roma Giuseppe Roscioli.

Allarme Fbi sull'Italia, Vaticano, Duomo e Scala Milano nel mirino - A cinque giorni dagli attacchi di Parigi, scatta l'allarme rosso anche in Italia: l'Fbi ha inviato alle autorità di sicurezza una segnalazione in cui vengono indicati la basilica di San Pietro a Roma, il Duomo e la Scala di Milano come possibili obiettivi di un attentato. Ma non solo: nella segnalazione arrivata dagli Stati Uniti vengono indicati i nominativi di cinque soggetti 'arabi' che potrebbero essere presenti nel nostro paese, personaggi sospetti da ricercare. L'informativa del Federal Bureau of Investigation, che a sua volta ha raccolto dalla Dea, l'Agenzia federale antidroga, le notizie passate agli italiani, ha fatto scattare immediatamente la massima allerta, anche se sia dal Fbi sia dagli altri servizi stranieri e anche dalle verifiche che da giorni stanno conducendo i nostri apparati di sicurezza (dicono fonti dell'intelligence e dell'antiterrorismo) non sarebbero stati raccolti segnali diretti di minacce concrete per il nostro paese. Nel documento arrivato dagli Stati Uniti non ci sarebbero infatti indicazioni né temporali né, tantomeno, di progettualità specifiche ma soltanto indicazioni generiche. In ogni caso, le verifiche sulle informazioni ricevute sono tuttora in corso e proseguiranno nei prossimi giorni, soprattutto quelle relative ai 5 nominativi 'arabi': i primi riscontri avrebbero infatti dato esito negativo e, dunque, bisognerà ulteriormente allargare i controlli, incrociando le informazioni ricevute con quelle in possesso dei nostri 007.

La prima conseguenza dell'allarme proveniente dagli Stati Uniti è stata la circolare che il Dipartimento di Pubblica Sicurezza ha inviato ai questori di Milano e Roma. Nel documento si chiede di rafforzare ulteriormente - per quanto possibile visto che l'allerta è già a livello 2, vale a dire l'ultimo primo del livello che scatta solo in caso di attacco terroristico - la vigilanza e il controllo nelle due città, con particolare attenzione ai luoghi di culto e di aggregazione. Sono stati inoltre disposti una serie di posti di blocco per aumentare i controlli a persone o veicoli sospetti. D'altronde in un momento come questo, con allarmi - veri o falsi che siano - in mezza Europa, partite di calcio sospese, continui blitz delle forze speciali alla ricerca di presunti terroristi e cellule nascoste, nessuna segnalazione può essere tralasciata e, anzi, va vagliata con la massima attenzione. Per evitare che la paura che già si sta diffondendo tra i cittadini, diventi panico. Non è un caso che tutte le autorità vadano ripetendo che non bisogna farsi sopraffare dal terrore: l'ha detto il premier Renzi - "dobbiamo prima di tutto vivere, ci vuole il coraggio di non rinchiudersi e di non rinunciare alla nostra identità" - e l'ha ribadito il prefetto Gabrielli: "siamo consapevoli di essere all'interno di una minaccia, ma questo non ci deve minimamente indurre ad atteggiamenti di paura".

E anche il segretario di Stato Vaticano, monsignor Pietro Parolin, ha invitato a ritornare "piano piano alla normalità, perché quello che i terroristi vogliono è cambiarci la vita". Resta il fatto che basta un niente per far salire la tensione alle stelle. Lo dimostra quel che è avvenuto in serata a Roma: è bastata una borsa sospetta lasciata incustodita ad una fermata dell'autobus a due passi dall'ambasciata americana in via Veneto ed immediatamente è scattato il piano sicurezza. L'intera area tra piazza Barberini e via Bissolati è stata chiusa al traffico mentre gli artificieri analizzavano la borsa, senza trovare nulla. E chiusure sono state disposte in via precauzionale anche in altre strade della città, vicine agli obiettivi sensibili.

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