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India, estremisti contro gli scrittori. Appello di Salman Rushdie

"Premier Modi intervenga". Ministro: "Ribellione di carta prefabbricata"

l mondo della cultura laica in India è in allarme per l'aumento di atti di intolleranza da parte dell'estrema destra indù affiliata al partito di governo del Bharatiya Janata Party (Bjp), tra cui lo scioccante linciaggio di un musulmano sospettato di mangiare carne dii mucca. Diversi scrittori, poeti e personalità della cultura, tra cui Salman Rushdie, hanno espresso preoccupazione per il degrado del pluralismo che storicamente ha caratterizzato la storia dell'India e per il "silenzio" del premier della destra Narendra Modi, sempre più in difficoltà per le posizioni estremiste degli alleati dello Shiv Sena (Esercito di Shiva), il partito anti pachistano e anti immigrati al potere in Maharashtra e a Mumbai.

Il ministro delle Finanze Arun Jaitley, però, bolla come "una ribellione di carta prefabbricata" contro il governo nel quadro di una "crisi prefabbricata" la protesta . In un post su Facebook, riferisce l'agenzia Pti, il ministro sostiene che "la morte per linciaggio di un membro della minoranza (musulmana) a Dadri è stata estremamente infelice e riprovevole. Nessuna persona con un cervello funzionante potrebbe mai concepire e mettere in atto una simile azione. Simili incidenti danneggiano il buon nome del Paese".

 Per esprimere il loro dissenso, una trentina di scrittori hanno restituito i premi letterari conferiti da una prestigiosa accademia, la Sahitya Akademi, criticata per non aver condannato l'uccisione di uno studioso del Karnataka che aveva confutato alcune tradizioni religiose. Tra i nomi eccellenti c'è Nayantara Sahgal, la 88enne nipote dello statista Jawaharlal Nehru. Gli ultimi clamorosi gesti, per ordine di tempo, sono di una poetessa originaria del West Bengala, Mandakranta Sen e della scrittrice Dalip Kaur Tiwana che ha rispedito al mittente il Padma Shri, quarto premio per importanza concesso dallo Stato indiano, da lei ricevuto nel 2004.

La protesta è stata scatenata dal linciaggio di un musulmano sospettato di aver mangiato carne di mucca a fine settembre in Uttar Pradesh. Da quando Modi è salito al potere, nel maggio 2014, i radicali indù premono un divieto nazionale del consumo e macellazione del bovino, considerato sacro per gli induisti. In un'intervista a un quotidiano bengalese, il primo ministro ha stigmatizzato come "infelice e indesiderabile" l'uccisione del musulmano Mohammad Ikhlaq da parte di una folla inferocita di radicali indù. Allo stesso modo ha anche biasimato la recente cancellazione di un concerto di un famoso cantante pachistano a Mumbai aggiungendo che "il suo governo non ha nulla a che vedere" con questi episodi. Ha accusato le forze d'Opposizione di fomentare tensioni tra le minoranze per avere il loro voto. Già una settimana fa, in un comizio per le elezioni in corso nello stato del Bihar, aveva rivolto un appello all'armonia tra indù e musulmani. Ma le sue parole non hanno convinto l'Opposizione del Congresso che lo accusano di non "prendere alcuna azione concreta" contro i "talebani" della destra. L'ultimo episodio di intolleranza è di lunedì a Mumbai: alcuni radicali indù hanno cosparso di inchiostro nero la faccia di un politico del Bjp che si era rifiutato di cancellare una cerimonia con l'ex ministro pachistano Khurshid Mahmud Kasuri per la presentazione del suo libro di memorie. Scrittori e intellettuali temono che le tensioni possano infiammare vecchie rivalità che in passato hanno provocato sanguinosi disordini tra comunità religiose. Anche Salman Rushdie ha espresso preoccupazione per l'aumento di atti di violenza e di bigottismo dicendosi preoccupato per l'aumento di una "violenza criminale". Intervistato a Francoforte dalla tv privata indiana NDTV, lo scrittore dei "Versetti Satanici" ha dichiarato che "nella società c'è un livello di violenza criminale strisciante che è nuovo". Ha poi anche criticato il silenzio del premier Narendra Modi: "è un bravo oratore e avrebbe molto da dire su questo argomento". Lunedì Rushdie aveva espresso supporto su Twitter agli scrittori indiani che hanno restituito i premi assegnati dalla Sahitya Akademi. Ma il suo appoggio ha sollevato un coro di reazioni negative e di insulti. Dopo aver ricevuto circa 10 mila tweet ostili, ieri lo scrittore è ritornato sul tema con un paio di tweet in cui si lamentava dei 'leccapiedi di Modi'

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