Srebrenica fu volontariamente "sacrificata" dalle cancellerie di Usa, Gran Bretagna e Francia alla Realpolitik, sull'altare di una pace "a ogni costo" con i serbo-bosniaci, che poi, quando vi entrarono, fra il 13 e il 15 luglio 1995 massacrarono 8.000 musulmani fra uomini e ragazzini. E con l'aggravante che della dirigenza serbo-bosniaca erano fin troppo chiare le intenzioni già settimane prima che la cittadina bosniaca sotto protezione Onu fosse vergognosamente consegnata proprio dai suoi "difensori", i caschi blu olandesi dell'Onu, ai sanguinari carnefici di Ratko Mladic. A questa conclusione è pervenuta un'inchiesta pubblicata oggi dall'Observer, il domenicale del Guardian, basato in gran parte sul materiale raccolto dalla giornalista di le Monde Florence Hartmann in 15 anni di lavoro su un libro-dossier. Quello che l'Observer consegna al pubblico è un dossier spietato, che tira in ballo molti dei politici, diplomatici e leader militari che 20 anni fa ebbero un ruolo negli eventi, tingendo i contorni della terribile vicenda con con un mix fra i colori del cinismo e dell'ingenuità.