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Studio britannico, inglesi non sanno fare il tè

Ricerca dell'University College of London incrina un mito

Gli inglesi non sanno fare bene il tè. Sembra impossibile, visto che oltremanica il tè è sostanzialmente la bevanda nazionale e se ne bevono la bellezza di oltre 165 milioni di tazze ogni giorno, ma secondo una ricerca dell'University College of London che ha destato non poco scalpore sui media, i britannici non lasciano il filtro nell'acqua bollente per il tempo necessario a determinare la migliore infusione, tra i due ed i cinque minuti. Perdendosi tutto il bello dell'aroma. In Gran Bretagna il tè è una cosa seria, come lo è il caffè in Italia. Viene servito a tutte le ore e non solo al 'tea time' nel pomeriggio e lo bevono tutti ed ovunque. E non sono pochi i caffè e gli alberghi specializzati nel servire le miscele più ricercate, accompagnate da biscotti, cioccolatini e delizie di ogni tipo: come il Berkeley, nel cuore del quartiere Belgravia di Londra che per 45 sterline (poco più di 60 euro, più o meno quanto in Italia si pagherebbe per una buona cena) a persona, serve tè in quantità e cioccolatini disegnati nientemeno che da uno stilista appositamente assunto. Eppure, nella vita normale il 40 per cento di chi lo prepara non attende il tempo giusto per fare emergere il meglio dell'aroma: rovinandolo. Da qui il consiglio di Mark Miodownik, professore di Materiali alla Ucl che, nel presentare i risultati della ricerca, dice: "qui tutti dicono di bere te ma non sanno quello che fanno, perdendosi il meglio di una bevanda fatta di 30mila elementi chimici differenti. Bere il tè senza aver atteso il tempo necessario per l'infusione è come usare un pc portatile per piantare un chiodo in un muro". E allora, ecco i consigli "accademici": bollire acqua nuova per ogni tazza; meglio usare la teiera per l'infusione invece di mettere il filtro direttamente nella tazza; attendere tra i due ed i cinque minuti per l'infusione". Insomma, ci vuole pazienza.

 

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