Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha approvato oggi all'unanimità una risoluzione che intima la fine degli assedi delle truppe lealiste a diverse località per consentire l'accesso degli aiuti umanitari. Ma il documento, che ha ottenuto anche l'appoggio della Russia dopo una iniziale minaccia di veto, non prevede misure punitive automatiche nei confronti del regime in caso di mancato rispetto, e quindi la sua applicazione non appare scontata.
Sul terreno continuano i combattimenti, con elicotteri e aerei governativi che hanno ripreso i bombardamenti intorno a Yabrud, a nord di Damasco, contro le posizioni dei ribelli, anche con i micidiali barili esplosivi, denunciano le Ong.
Mentre un nuovo episodio di violenza legato al conflitto siriano ha colpito questa sera il Libano. Almeno due soldati sono morti e altri cinque sono rimasti feriti nell'esplosione di un'autobomba ad un posto di blocco all'entrata di Hermel, localita' nella Valle della Bekaa roccaforte di Hezbollah, il movimento sciita le cui milizie combattono al fianco delle truppe del presidente Bashar al Assad. Il conducente dell'auto si e' fatto saltare in aria quando e' stato fermato per un controllo.
Hermel era gia' stata colpita da attacchi simili negli ultimi mesi. Il primo febbraio quattro persone erano state uccise in un attentato suicida rivendicato dal Fronte al Nusra in Libano, organizzazione legata ad Al Qaida la cui branca siriana combatte contro il regime in Siria. La risoluzione del Consiglio di Sicurezza approvata oggi, la 2139, era stata presentata da Australia, Lussemburgo e Giordania con il sostegno di Usa, Francia e Gran Bretagna. Nel documento si chiede a "tutte le parti di togliere immediatamente gli assedi alle zone popolate", sottolineando che "affamare i civili e' una tattica di guerra proibita dalle leggi umanitarie internazionali". Ma l'appello e' rivolto in particolare al regime, le cui truppe accerchiano tra l'altro la citta' vecchia di Homs, il campo palestinese di Yarmuk nel sud di Damasco e la regione della Ghuta intorno alla capitale. In queste localita', secondo fonti dell'opposizione, diversi civili, compresi bambini, sono morti negli ultimi mesi a causa della denutrizione e della mancanza di assistenza sanitaria.
Dall'inizio di febbraio, grazie a un cessate il fuoco, circa 1.400 civili sono stati evacuati da Homs, ma altri 2.000 rimarrebbero nei quartieri in mano ai ribelli.
I nuovi bombardamenti compiuti dall'aviazione governativa intorno a Yabrud accompagnano un'offensiva delle truppe lealiste, appoggiate dai miliziani Hezbollah, per assicurarsi il controllo della regione montagnosa del Qalamun, al confine con il Libano, per interrompere le linee di rifornimento dei ribelli dai loro sostenitori in questo Paese. Hezbollah, inoltre, afferma che proprio dal Qalamun arrivano le autobomba usate per gli attentati contro le sue roccaforti nel sud di Beirut e nella Bekaa. Secondo l'ong Osservatorio per i diritti umani in Siria (Ondus), nei bombardamenti di oggi le forze del regime hanno impiegato anche barili esplosivi sganciati dagli elicotteri.
Cosi' come hanno fatto ad Aleppo colpendo il quartiere di Hanano.
Nel nord del Paese, intanto, proseguono i combattimenti tra milizie curde e forze qaediste dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante (Isis), che cercano di impadronirsi della regione verso il confine con la Turchia e l'Iraq. Almeno 16 combattenti dell'Isis e 3 curdi sono morti la scorsa notte in scontri che hanno portato alla conquista da parte delle forze curde della citta' di Tal Barak e di cinque villaggi circostanti.(ANSA)