Le venditrici di melograni offrono per pochi yuan i loro cestini ai visitatori che si affollano davanti al grande complesso costruito attorno alla spianata dove da più di 2000 anni l'Esercito di terracotta custodisce la memoria di QinShiHuangdi, l'imperatore che ha riunificato la Cina e che li ha fatti costruire a protezione della sua anima. C'è qualche occidentale, ma in questo periodo i turisti sono quasi tutti cinesi. In molti vengono da X'ian, capitale dell'impero per 1.100 anni e oggi metropoli industriale all'avanguardia della ricerca, a un'ora di macchina e di traffico da qui. Scendono dalle auto e dai pullman, smartphone e tablet in mano, pronti a cogliere anche l'ultimo dettaglio degli incredibili guerrieri a grandezza naturale: quasi 2000 quelli portati alla luce finora, le armature e i volti tutti diversi creati, raccontano le guide, da 10.000 artisti in 10 anni. E' la Cina di oggi che fotografa la Cina di ieri e celebra i fasti di entrambe.
Scoprì i guerrieri, oggi quel contadino ha un tablet
Ha un tablet anche Ji De Yang, il contadino che nel 1974 scopri' i primi frammenti dei guerrieri scavando un pozzo per irrigare i suoi melograni e fece in tempo a vederli come erano, prima che che il contatto con l'aria facesse scomparire i colori, il rosa del viso, i blu e i verdi dei pantaloni, i rossi delle armature. Oggi ha settant'anni,è una celebrità, non coltiva piu' la terra e ogni tanto si fa vedere da queste parti. Firma autografi nel grande negozio di souvenir e non gli dispiace farsi fotografare, meglio se con il suo Ipad. "Quando ho iniziato a trovare le prime tracce dei guerrieri non sapevo cosa fossero e sono rimasto sbigottito", racconta, "ma non mi sento un eroe. Sono solo stato fortunato". "Il mio sogno per la Cina - sussurra - e' che possa migliorare la vita di tutti".