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Il cardinale Parolin: 'La riforma del celibato dei preti non è sotto esame del Papa'

Una riforma del celibato sacerdotale non è al momento all'esame di papa Francesco. "Non che io sappia, come si fa a riformare il celibato?", ha detto il segretario di stato vaticano, ha detto il cardinale Pietro Parolin, a margine del convegno "Il celibato sacerdotale, un cammino di libertà", promosso dalla Pontificia Università Gregoriana.

Parolin ha osservato che il problema delle vocazioni sacerdotali va messo più che altro in relazione con il calo demografico in atto a livello mondiale. "Del resto - ha aggiunto - mi pare che anche tra gli anglicani si registri lo stesso problema della scarsità di vocazione".

Il celibato è una vocazione che nella Chiesa Latina è considerata specialmente conveniente per coloro che sono chiamati al ministero sacerdotale. E' l'occasione per il sacerdote di vivere un' affettività ricca, per il suo cammino personale e per l'esercizio della sua missione; non è assenza di relazioni profonde, ma spazio per esse. È un 'cammino di libertà'". Lo ha detto il segretario di stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin intervenendo a conclusione del convegno "Il celibato sacerdotale, un cammino di libertà", promosso dalla Pontificia Università Gregoriana in cui ha invitato a non cedere a "soluzioni affrettate" su questo tema, dettate "dalle urgenze" pur riconoscendo la "legittimità" del dibattito. "La Chiesa Cattolica - ha detto - non ha mai imposto alle Chiese Orientali la scelta celibataria. D'altra parte ha anche permesso eccezioni nel corso della storia, come nel caso di Pastori luterani, calvinisti o anglicani sposati".

"Più recentemente, nel 2009, il Motu proprio Anglicanorum Coetibus di Papa Benedetto XVI ha autorizzato la costituzione di Ordinariati nei territori della Chiesa Latina, dove esercitano ex-ministri anglicani, ordinati sacerdoti cattolici. In seguito poi alla massiccia emigrazione di cattolici dal Medio Oriente, nel giugno 2014 Papa Francesco, con il Decreto Pontificia Praecepta de Clero Uxorato Orientali, ha consentito ai sacerdoti sposati orientali di operare nelle comunità cristiane della diaspora, dunque al di fuori dei loro territori tradizionali, abrogando precedenti divieti". Nella situazione attuale, ha proseguito, "viene spesso evidenziata, specialmente in alcune aree geografiche, una sorta di "emergenza sacramentale", causata dalla mancanza di sacerdoti. Ciò ha suscitato da più parti la domanda circa l'eventualità di ordinare i cosiddetti viri probati". Il problema, ha poi spiegato a margine, "è soprattutto quello di dover dare a ogni comunità cristiana un sacerdote per effettuare i sacramenti, a partire dai battesimi" ma il problema della mancanza di vocazioni va affrontato legandolo "al più ampio tema del calo demografico". "Bisogna pensare - ha aggiunto - quale sarà la strada". "La spiritualità celibataria del presbitero - ha affermato quindi nel suo intervento - è una proposta "in positivo", costruttiva, che mira a far sì che il Popolo di Dio abbia sempre pastori radicalmente liberi dal rischio della corruzione e dell'imborghesimento". "Rimane pur sempre vero - ha concluso - che le esigenze dell'evangelizzazione, unitamente alla storia e alla multiforme tradizione della Chiesa, lasciano aperto lo scenario a dibattiti legittimi, se motivati dall'annuncio del Vangelo e condotti in modo costruttivo, pur sempre salvaguardando la bellezza e l'altezza della scelta celibataria", "il celibato è infatti un dono che richiede di essere accolto e curato con gioiosa perseveranza, perché possa portare appieno i suoi frutti.

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