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Brexit: Tusk presenta proposta per la Gran Bretagna e cita Shakespeare

Potranno fermare leggi. Gb non obbligata a maggiore integrazione

Il premier conservatore britannico David Cameron ha indicato oggi ai Comuni il 23 giugno prossimo come data possibile del referendum sulla cosiddetta Brexit se l'accordo con l'Ue sarà finalizzato entro il vertice europeo del 18-19 febbraio. E' la prima volta che Cameron evoca in pubblico una scadenza precisa, seppure in termini condizionati, ed è la conferma che il primo ministro ha fretta di andare al voto al più presto possibile per evitare le incognite di una campagna elettorale prolungata. Oltre alle contestazioni di una parte del suo stesso gruppo politico, testimoniata fra l'altro dal botta e risposta con il popolare sindaco di Londra, Boris Johnson, Cameron deve tuttavia far fronte alle resistenze dei 'first ministers' di Scozia, Galles e Irlanda del Nord

"La Commissione europea sostiene la proposta avanzata dal Presidente Tusk: e' un testo equo rispetto al Parlamento europeo e agli Stati membri", ha detto intanto il Presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker parlando in Plenaria della proposta di Tusk al premier britannico David Cameron. >La proposta di Donald Tusk per la riforma del rapporto tra la Ue e la Gran Bretagna, ed in particolare la "clausola di salvaguardia" sull'accesso ai benefici al welfare, "è cucita su misura per la Gran Bretagna ed è stata data in risposta alle richieste del premier David Cameron". Lo dice il portavoce della Commissione europea, Margaritis Schinas, rispondendo a chi chiede se anche altri paesi potranno applicare il "freno d'emergenza" concesso a Londra. La clausola, aggiunge Schinas, "è lì per rispondere ad una specifica richiesta" e "quando sarà attiva sarà disponibile anche ad altri paesi, sapendo che gli in-work benefit sono molto diversi tra i paesi europei"

 

"Stare o non stare insieme, questo il dilemma...". E' con una parafrasi dall'Amleto di Shakespeare che il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ieriha annunciato su Twitter di aver pubblicato la proposta per un nuovo rapporto tra Ue e Gran Bretagna inviato alle cancellerie dei 28 in vista di un possibile accordo al vertice del 18 e 19 febbraio.

 

Londra "non è obbligata a una integrazione politica maggiore", e per "rinforzare il rispetto della sussidiarietà", gli Stati membri potranno "interrompere la presa in esame di una proposta legislativa europea se un certo numero di Parlamenti nazionali si oppone": sono due delle proposte di Tusk a Cameron, nell'ambito del settore "sovranità", secondo quanto si legge nel testo pubblicato dal Consiglio stesso.

La bozza d'accordo fra Ue e Gran Bretagna proposta e pubblicata da Donald Tusk, contiene "cambiamenti sostanziali" nelle relazioni fra il Regno Unito e Bruxelles. Lo scrive David Cameron in una prima reazione positiva via Twitter, precisando tuttavia che ci sono ancora "cose importanti su cui lavorare" e "dettagli da fissare bene". Cameron nota inoltre che il testo deve essere vagliato da tutti i governi dell'Ue, ma insiste che "progressi reali" sono stati compiuti nel negoziato sui 4 capitoli indicati dal suo governo.

La Commissione europea propone l'introduzione di un "meccanismo di salvaguardia" per rispondere alle richieste di Londra per un welfare 'ridotto' in caso di "afflussi eccezionali" di lavoratori provenienti da altri Paesi Ue, ma questo approccio "dovrà essere ulteriormente approfondito e discusso" a livello di leader europei, secondo quanto sottolinea Donald Tusk nella lettera sulle proposte rivolte alla Gran Bretagna indirizzata ai capi di Stato e di governo dell'Unione.

Salvaguardare i diritti degli Stati membri fuori dalla zona euro ma 'no' al veto sulle decisioni dell'Eurozona: è quanto prevede la proposta di Tusk a Cameron. "Per quanto riguarda la governance economica, assicuriamo il pieno rispetto di chi vuole approfondire l'Unione economica e monetaria e di chi no", si legge nella proposta. Ma "dare le necessarie rassicurazioni alle preoccupazioni degli Stati non-euro, non può costituire un veto né rinviare decisioni urgenti".

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