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Popolare Vicenza, verso accordo clienti-soci danneggiati

Confermata chiusura 150 sportelli

"Stiamo contattando quel migliaio di clienti" danneggiati dalla precedente gestione, ricevendo soldi in prestito dalla Popolare di Vicenza per sottoscrivere gli ultimi aumenti di capitale. Lo ha detto il Ceo della banca, Francesco Iorio, precisando che l'obiettivo è "trovare un accordo" e "far rientrare questi investimenti entro la fine dell'anno".

Popolare Vicenza ha confermato la chiusura di 150 sportelli e prevede una riduzione di organico di 575 persone. E' quanto si apprende da fonti sindacali dopo un incontro con l'azienda. Trecento esuberi sono previsti dal vecchio piano industriale, mentre gli altri lasceranno l'azienda con fondo di solidarietà entro il 2020. 

Ritorno utile già nel 2016 - Popolare Vicenza prevede un ritorno all'utile già nel 2016, con un risultato positivo per 200 milioni nel 2018. La Banca prevede inoltre una riduzione del costo del personale dello 0,4% entro il 2020

Iorio, utile 2020 oltre 330 milioni - "Prevediamo un utile superiore ai 200 milioni nel 2018 e superiore ai 330 milioni nel 2020". Lo ha detto il Ceo della Popolare di Vicenza, Francesco Iorio, presentando il piano industriale della banca al 2020.

"Fino alla quotazione in Borsa e all'aumento di capitale" la Popolare di Vicenza non cercherà un partner con cui fondersi. Lo ha detto il Ceo della banca, Francesco Iorio, presentando il piano industriale della banca al 2020. Dopo questi due passaggi "saremo forti per valutare un'operazione con calma, prudenza e senza fretta, un'operazione paritetica, possibilmente con banche che abbiano stessa dimensione operativa".

Secondo alcuni sindacalisti il piano industriale appena presentato dal Ceo Francesco Iorio, peraltro mentre è ancora in corso il consiglio d'amministrazione chiamato ad approvarlo, non è un progetto di "lacrime e sangue, considerato che la riduzione dei costi al 2020 si limita ad uno 0,3%". Inoltre, hanno aggiunto, c'è fiducia che il numero di esuberi, che ammonta appunto a 575 unità (300 uscite entro l'anno prossimo e altre 275 tra il 2019 e il 2020), possa essere gestito o ridotto nell'ambito della trattativa con le parti sociali. In particolare, l'auspicio è che con le nuove assunzioni promesse dal Ceo (tra 180 e 200) l'impatto sul fronte occupazionale possa essere limitato. Le maggiori preoccupazioni riguardano invece il piano di dismissione della Servizi bancari Spa, che ad oggi da' lavoro a circa 300 persone. Secondo i piani del management, hanno sottolineato le stesse fonti, l'intenzione sarebbe di cederla all'azienda consortile veneta Sec Servizi, società di Information & communication technology specializzata nell'outsourcing per il credito e la finanza, di cui la Vicenza ne detiene un 49% al fianco ad altri istituti bancari tra cui Veneto Banca. Nel corso della presentazioni Iorio ha ribadito poi che la Vicenza "ha tutte le qualità tecniche e strategiche per continuare ad essere una realtà capace a stare sul mercato e a puntare a diventare nella sua fascia di grandezza una delle migliori banche italiane". L'obiettivo, ha ribadito, resta quello di quotarla in Borsa entro giugno del 2016, ovvero subito dopo l'esecuzione dell'aumento di capitale da 1,5 miliardi di euro garantito da UniCredit. Iorio avrebbe infine frenato sulla possibilità che arrivi un socio forte e, al tempo stesso, allontanato l'ipotesi che possa essere proprio UniCredit il 'cavaliere bianco', essendo garante dell'inoptato."La Vicenza - ha detto ai sindacati - sarà una banca di mercato e trasparente grazie alla quotazione e alla trasformazione in Spa. Inoltre, entro giugno è previsto anche il rinnovo del Cda".

 

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