Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Economia
  1. ANSA.it
  2. Economia
  3. Doccia fredda Ocse, Pil Italia 2014 a + 0,5%

Doccia fredda Ocse, Pil Italia 2014 a + 0,5%

Ripartenza l'anno prossimo grazie ritorno fiducia e taglio tasse

Doccia fredda dell'Ocse sui progressi dell'Italia nel 2014: l'organizzazione parigina nel suo Economic Outlook rivede lievemente al ribasso le sue stime di crescita per il Pil italiano rispetto alle previsioni del novembre scorso, da +0,6% a +0,5%. La stima è inferiore a quella delle previsioni di primavera della commissione europea, che vede il Pil italiano crescere dello 0,6% quest'anno, mentre il governo nel Def ha previsto una crescita dello 0,8%. "La lenta ripresa dalla recessione continuerà durante il 2104 e la crescita aumenterà un po' di più nel 2015 - scrive l'organizzazione parigina - Il ritorno della fiducia aiuterà sia i consumi sia gli investimenti, con un'ulteriore spinta dai moderati tagli alle tasse che aumenteranno il reddito delle famiglie". Sul fronte del deficit invece, scrive ancora l'Ocse, "il governo italiano ha avuto successo nel portare avanti il consolidamento di bilancio nel 2013". Ciononostante, "il livello del deficit non è sceso, a causa dell'attività economica debole". Il rapporto deficit/Pil è così rimasto al 2,8% l'anno scorso, e scenderà secondo le stime dell'organizzazione al 2,7% quest'anno e al 2,1% l'anno prossimo.

E non va meglio sul fronte del debito: per l'Ocse "il rapporto tra debito e Pil non comincerà a scendere prima del 2016". L'organizzazione prevede un debito al 134,3% nel 2014 e al 134,5% nel 2015. Ciò rende il Paese "ancora vulnerabile a potenziali scossoni" dei mercati, ed è quindi "essenziale continuare con la cautela sui conti pubblici basata sulla riduzione della spesa".

In linea con Bruxelles le stime sulla disoccupazione, che scenderà nel 2015, ma solo lentamente, perché il primo impatto dell'aumento della domanda di lavoro saranno probabilmente più ore lavorate". La percentuale di senza lavoro prevista è al 12,8% nel 2014, dopo il 12,2% dell'anno scorso, e al 12,5% nel 2015.

Padoan, analisi molto incoraggiante per Paese - L'analisi Ocse è "molto incoraggiante per il Paese", perché "si dice che le misure di tagli di imposte appena varate sostenute da tagli di spesa, e i rimborsi dei debiti, potranno avere un effetto considerevole in in termini di fiducia e di crescita": così il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan commenta le stime Ocse. L'organizzazione tra le altre cose infatti ha osservato che in un contesto di scarsità di credito, il programma di pagamento del debito della pubblica amministrazione verso le imprese può essere un fattore importante di stimolo degli investimenti, quindi dell'occupazione e della crescita. "Uno dei maggiori effetti negativi della crisi è stata la contrazione del credito, soprattutto per le piccole e medie imprese, cosa che è diventata una delle principali cause dell'ampio aumento della disoccupazione - ha spiegato in un briefing l'economista Alvaro Pereira, responsabile del dipartimento studi nazionali dell'organizzazione - in questo contesto, ciò che i governi possono fare, quando ne hanno i mezzi, è pagare i loro debiti con le aziende, in particolare le più piccole, e fornire così loro un po' di capitale, che consenta di fare investimenti e creare posti di lavoro". 

      RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

      Video Economia


      Vai al sito: Who's Who

      Modifica consenso Cookie