(dell'inviato Paolo Verdura)
(ANSA) - CANNES (FRANCIA), 16 MARZO - A 9 mesi dalla Brexit
l'Italia cerca di giocare un ruolo chiave nell'intercettare gli
investimenti in uscita dal Regno Unito, partendo dalle grandi
città. Questo spiega la presenza di Chiara Appendino, Giuseppe
Sala e Dario Nardella, primi cittadini rispettivamente di
Torino, Milano e Firenze tra gli stand del Mipim di Cannes, la
più grande rassegna internazionale del settore.
Il sindaco Sala ha sottolineato come "gli investitori non
guardano ai singoli Paesi, ma alle singole città". E per
inquadrare meglio la questione il presidente di IceßMichele
Scannavini ha sottolineato che "Milano è la città che ha i punti
di forza necessari per catturare investitori in uscita da
Londra, rispetto a cui presenta vantaggi in termini di qualità
della vita e "Firenze è in parte una valida alternativa".
ß ßSecondo Ance però occorre "cambiare modello, passare ad uno
basato sull'affitto, come in Germania e con regole adeguate al
cambiamento del mercato" afferma il vicepresidente di Ance
Filippo Delle Piane sottolineando che "unaßdelleßgrandi sfide
che abbiamo è proporre il residenziale, ma in questo momento
manca il prodotto e il gestore".Il mercato immobiliare
italiano, secondo l'Associazione dei costruttori è in una fase
di "crescita stabile". L'aumento delle compravendite, infatti, è
in atto dal 2014 con "performance a doppia cifra" per le
principali città italiane: +45% Milano, +44% Torino, +43%
Firenze e +27% a Roma e Genova.ßNel corso del 2016 invece - sono
dati dißNomisma - il mercato italiano ha conosciuto una "fase di
rilancio" ed è tornato, per quanto riguarda gli investimenti
esteri, a livelli pre-crisi, grazie soprattutto all'apporto
degli investitori esteri, che con 5,5 miliardi di euro apportati
hanno contribuito per circa il 60% sul totale. Nel 2016 gli
investimenti sono cresciuti del 12% e la quota degli
investimenti italiani sul totale europeo è nuovamente cresciuta
raggiungendo il 3,6% (contro il 3% del 2015). Circa il 35% degli
investimenti si è concentrato nell'area di Milano, il 18% in
quella di Roma, mentre il 47% ha interessato le altre aree del
Paese. Secondo Nomisma, "a favorire la diversificazione, che
risulta ancora modesta, concorre la scarsità di prodotto di tipo
'prime' (fascia medio-alta, ndr) nelle città principali, che non
di rado induce gli investitori a ricercare opportunità in
contesti secondari in cui è possibile trovare immobili, anche di
tipo 'value-added' (aree in sviluppo, ndr), con una redditività
adeguata in virtù di prezzi ormai fortemente ribassati".
(ANSA).