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Tria: 'Per evitare la procedura correzione molto forte'

'Un minimo di aggiustamento strutturale anche per il 2020'

"Non c'è stato nessun collegamento tra il dialogo con la commissione sul nostro bilancio e la procedura di infrazione con altre discussioni che riguardino nomine" o altro: "sono state tutte portate su piani completamente diversi, non c'è stato alcun collegamento e nessuna commistione". Così il ministro dell'Economia Giovanni Tria nel corso delle comunicazioni al Senato sugli esiti degli Ecofin di maggio e giugno, rispondendo alle domande dei senatori delle commissioni Bilancio e Finanze.

Per evitare la procedura Ue c'è stata "una correzione molto forte, una delle più forti" con un aggiustamento strutturale, "forse il primo degli ultimi anni, condotto in una fase dell'economia abbastanza difficile in cui siamo ancora vicini a crescita zero". L'intervento "ci ha messo in sicurezza" anche "sui mercati finanziari". "Alcuni hanno parlato di manovra correttiva ma non c'è stata, perlomeno nel senso tradizionale del termine", c'è stata una "correzione del bilancio in base agli andamenti della finanza pubblica".

Al G20 si è riconosciuto che ci sarà "una leggera ripresa nel secondo semestre del 2019 per l'economia globale, seppure a ritmi moderati, che dovrebbe proseguire anche nel 2020" a meno che "le tensioni commerciali e geopolitiche non si intensifichino ulteriormente e le condizioni finanziarie non si inaspriscano", ha detto ancora il ministro dell'Economia Giovanni Tria nel corso delle comunicazioni al Senato, sottolineando che c'è stato un "forte accento sui rischi" e che vista la "fragilità dell'attuale fase congiunturale ministri e governatori" hanno concordato di "proseguire il dialogo multilaterale e di usare tutti gli strumenti di politica economica per una crescita forte, sostenibile, bilanciata e inclusiva". Proprio "questo accento sui problemi della crescita" rappresenta "in parte una svolta rispetto ai meeting che si sono tenuti fino allo scorso autunno, nei quali l'accento era sui rischi finanziari. Non dico sia merito dell'Italia ma c'è una coincidenza oggettiva".

Salvini, se Ue dice no a flat tax la faremo ugualmente  - "Se tutti fanno quello che hanno promesso, se la prossima manovra avrà un pesante taglio delle tasse, allora sì, il governo andrà avanti. Ho detto che serve una flat tax dai 10 ai 15 miliardi, con equilibrio ma aumentando a 100 mila euro il tetto per le partite iva. Noi lo facciamo. I soldi se gli italiani lavorano ci sono. L'Europa ci deve permettere di farlo, se ci dicessero di no noi lo faremo ugualmente". Lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini su rete4.

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