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Def: Istat, 7 milioni 209 mila le persone in difficoltà economica

Nonostante miglioramenti economici la quota nel 2016 non scende

Sono 7 milioni 209 mila le persone che in Italia vivono in famiglie in grave deprivazione materiale, ovvero in seria difficoltà economica. Lo rende noto l'Istat, a seguito dell'audizione su Def, traducendo in numeri assoluti la quota (11,9%) di quanti nel 2016, secondo i dati provvisori, si trovano in nuclei, che sono 3 milioni 134 mila, con almeno 4 sintomi di disagio su un set di 9 (dal non potersi permettere le vacanze o un pasto proteico adeguato all'essere in arretrato con bollette, affitti o mutui).

"Nonostante il miglioramento delle condizioni economiche delle famiglie, nel 2016 non si è osservata una riduzione dell'indicatore di grave deprivazione materiale, corrispondente alla quota di persone in famiglie che sperimentano sintomi di disagio. Secondo i dati provvisori del 2016, tale quota si attesta all'11,9%, sostanzialmente stabile rispetto al 2015". Così il direttore del dipartimento per la produzione statistica dell'Istat, Roberto Monducci, in audizione sul Def davanti alle commissioni Bilancio del Parlamento.

"Serve uno scatto dell'economia - sottolinea Monducci - per centrare gli obiettivi di crescita del Pil previsti dal Governo per il 2017" (+1,1%). "Le oscillazioni del commercio estero e della produzione industriale osservati nei mesi di gennaio e febbraio potrebbero rappresentare dei fattori di rischio per la crescita del primo trimestre 2017", spiega.

Il segnale - evidenzia ancora - che arriva "è quello di una situazione del mercato del lavoro ancora sfavorevole per la fascia di età 25-34 anni". Per gli under35 senza lavoro trovare un posto risulta, infatti, sempre più difficile. "Nel primo trimestre abbiamo una forte turbolenza sul piano produttivo che implica un'accelerazione", fa presente Monducci. Quindi, aggiunge, "potremmo avere un problema nel primo trimestre ma lo scenario in corso d'anno è positivo" e rende "plausibile" una "progressiva accelerazione" per raggiungere il target di crescita dell'1,1% del Prodotto interno lordo. Ricapitolando, risulta "necessaria una promessa di tassi di crescita rilevanti, significativi, in corso d'anno". Infatti, sottolinea Monducci nel corso dell'audizione, "si segnala che una crescita nel primo trimestre in linea o inferiore a quella osservata negli ultimi tre mesi del 2016", ovvero dello 0,2%, "richiederebbe, ai fini del raggiungimento degli obiettivi indicati dal governo per il 2017, una accelerazione dei ritmi di espansione nei trimestri successivi".

"I dati longitudinali della Rilevazione sulle forze di lavoro consentono di effettuare un'analisi delle transizioni verso l'occupazione degli individui disoccupati a un anno di distanza", spiega. "L'esercizio è stato realizzato per i 25-34enni confrontando i tassi di permanenza e transizioni osservati tra il quarto trimestre 2015 e il quarto trimestre 2016 con quelli degli analoghi periodi dei due anni precedenti", sottolinea. "Il 21,2% dei 25-34enni disoccupati nel quarto trimestre del 2015 è occupato un anno dopo, il 43,8% risulta ancora disoccupato e il 35% inattivo. La quota di giovani che ha trovato lavoro nel periodo è più bassa sia rispetto a quella registrata nello stesso periodo dell'anno precedente (27,9%) sia di due anni prima (24,4%). 
   

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