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Manovra: governo al bivio, 48 ore per decidere

Mef studia misure, ma manovra non scontata. Ipotesi Iva e lotta evasione, no al rinvio per il calo Ires

Quarantotto ore per decidere.

Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan e il presidente del consiglio Paolo Gentiloni sono davanti ad un bivio ed hanno due giorni per decidere cosa fare. Entro mercoledì dovranno inviare una lettera alla Commissione europea che ha chiesto un ritocco ai conti di quest'anno, con una manovra da 3,4 miliardi da attuare velocemente. La scelta è solo apparentemente tecnica. Certo gli uffici del ministero dell'Economia stanno mettendo a punto una serie di ipotesi testandone i rischi sulla crescita economica. Si starebbero valutando tagli lineari alle spese, qualche misura anti-spreco ma anche la possibilità di un aumento dell'Iva. Un aiuto potrebbe arrivare anche dagli incassi, in crescita, della lotta all'evasione. Di certo si esclude un intervento di calo dell'Ires, l'imposta sul reddito delle società.

Ma il vero nodo è e rimane politico. Con le elezioni che sembrano avvicinarsi a passi rapidissimi il varo di una manovra di 3,4 miliardi potrebbe avere soprattutto l'effetto di allontanare il consenso, necessario per governare e fare riforme. Sul tavolo ci sarebbe quindi ancora l'ipotesi di rischiare l'avvio della procedura di infrazione. Che ha tempi lunghi.

Gentiloni ha già detto chiaramente di no ad una manovra con effetti recessivi. Dal vertice in Portogallo dei governi del mediterraneo lancia di nuovo un messaggio. "Serve un'Europa che con più decisione e convinzione sia in grado di accompagnare il percorso di crescita degli Stati membri - afferma - E' il momento di accompagnare la crescita con politiche di sostegno a investimenti e lavoro, con passi avanti nell'unione bancaria, con un'interpretazione intelligente e favorevole alla crescita delle nostre regole".

Ma l'Italia, a pochi giorni dalla scadenza di Bruxelles, non ha ancora deciso cosa fare. Insomma il dilemma "manovra sì-manovra no" non è ancora sciolto. Ma dovrà esserlo a breve.

Come sempre accade in questi casi un pacchetto di misure è stato valutato dal ministero dell'Economia, anche se non è escluso che - se si deciderà di intervenire - le indicazioni contenute nella lettera a Bruxelles possano essere solo generiche, rinviando magari alla predisposizione del Documento di Economia e Finanza, il Def, previsto inizio aprile.

Le ipotesi variano dai tagli di spesa (lineari e alla ricerca di sprechi, magari sulle partecipate pubbliche) a riordino delle agevolazioni fiscali, ma anche dall'aumento delle accise su tabacco e benzina ad un possibile ritocco dell'Iva, finora sterilizzata dal Governo. Potrebbero spuntare anche misure di lotta all'evasione che, nel 2016, avrebbe fruttato oltre 17 miliardi di incassi, un record e un valore che si punta a consolidare in modo strutturale. NOn ci sarebbe intenzione, invece, di rinviare il calo dell'Ires dal 27,5 al 24% scattato quest'anno.

Alcuni 'paletti' saranno comunque irremovibili. Lo ha ricordato il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio; "Non toglieremo un euro alle esigenze delle zone terremotate. Non togliere un euro ai sistemi di protezione sociale e non togliere un euro alla crescita e agli investimenti. Questi sono paletti molto forti sui quali non si può ragionare. L'unica cosa da fare e' continuare a promuovere gli investimenti"

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