(ANSA) - NEW YORK, 2 NOV - L'effetto-Trump travolge le borse.
La rimonta del tycoon nei sondaggi coglie di sorpresa le piazze
finanziarie, che avevano scommesso sulla vittoria di Hillary
Clinton. A sei giorni dal voto, invece, i due candidati sono
testa a testa e la partita sembra ancora aperta. L'incertezza
sul risultato pesa anche sulla Fed: la banca centrale lascia
invariati i tassi di interesse fra lo 0,25% e lo 0,50%, aprendo
la porta a un aumento a dicembre, una volta che l'incertezza
elettorale sara' svanita.
Wall Street incassa senza particolari reazioni: i listini
proseguono infatti in negativo senza scossoni, anche se le
chance di un rialzo dei tassi il prossimo mese sono salite al
78%. Gli indici americani sono in calo da venerdi', da quando
l'Fbi ha annunciato una nuova indagine sullo scandalo delle
email di Hillary. Un annuncio che ha innescato la rimonta di
Donald Trump nei sondaggi. E spiazzato le borse mondiali, tutte
in calo dall'Asia al Vecchio Continente. Milano e' la maglia
nera d'Europa: su Piazza Affari pesa anche l'incertezza sul
referendum e il balzo dello spread, volato a 162 punti base per
poi chiudere a 153.
Le borse avevano dato per scontata la vittoria di Hillary,
messa in dubbio dagli sviluppi degli ultimi giorni e dai
sondaggi che mostrano come l'ex segretario di Stato stia
perdendo terreno. Memori della Brexit solo quattro mesi fa e'
partita quindi la corsa degli investitori a rivedere i loro
portafogli di investimento, per non farsi trovare impreparati,
come era avvenuto con la vittoria del 'Leave'. E la Brexit
minaccia il rating inglese: Moody's avverte che potrebbe
tagliarlo nel caso in cui la Gran Bretagna non ottenga nei
negoziati sulla Brexit un accordo con Bruxelles che garantisca
un accesso al mercato unico europeo.
Ad attendere ulteriori ''prove'' prima di decidere come
procedere, e quindi se alzare o meno i tassi, e' la Fed.
''L'ipotesi per un aumento ha continuato a rafforzasi, ma
abbiamo deciso di attendere per il momento nuove prove sui
progressi'' economici, spiega la banca centrale al termine della
due giorni di riunione. ''L'inflazione e' salita dall'inizio
dell'anno'', ''il mercato del lavoro ha continuato a rafforzarsi
e la crescita dell'attività economica ha accelerato'' mette in
evidenza la Fed, rimandando la decisione al prossimo mese,
quando potra' contare su maggiori informazioni, soprattutto sul
mercato del lavoro. I dati piu' recenti sembrano rafforzare il
caso di un aumento a dicembre: il pil del terzo trimestre e'
salito del 2,9% e i posti di lavoro creati sono stati in media
178.000 al mese quest'anno.
Un aumento a dicembre arriverebbe a un anno di distanza da
quello precedente, e mostrerebbe la cautela con cui la Fed si e'
mossa di fronte alle incertezze globali e non. Nel dicembre
2015, infatti, la Fed aveva stimato quattro rialzi dei tassi nel
2016, mostrandosi ottimista sullo stato dell'economia. Poi e'
stata gelata nel corso degli anni, e dalla piega inattesa delle
elezioni, che hanno portato molte critiche a Janet Yellen,
soprattutto da parte di Trump. Il tycoon non ha mai nascosto la
sua volonta' di volerla rimuovere.
E mentre la Fed valuta la stretta, in Europa si dibatte sul
QE di Mario Draghi. I saggi economici della cancelliera Angela
Merkel chiedono lo stop degli acquisti perche' il programma
"minaccia la stabilità finanziaria". (ANSA).