Scattano le nuove regole sui licenziamenti per i cosiddetti furbetti del cartellino, sarà più facile, questo almeno è l'obiettivo del governo, mettere fuori dalla porta il dipendente pubblico che viene colto a strisciare il suo badge, e spesso quello dei colleghi, per poi lasciare prontamente l'ufficio. Entra in vigore infatti il decreto Madia, approvato un mese fa in Consiglio dei ministri.
   Provvedimento che riscrive il procedimento disciplinare per chi falsifica la presenza: sospensione in 48 ore e cessazione del rapporto di lavoro in 30 giorni. E rischia anche il dirigente che si volta dall'altra parte.
   Rispetto alla versione predente, quella firmata dall'ex ministro della P.a. Renato Brunetta, i tempi vengono accorciati (prima l'iter poteva protrarsi per 120 giorni). Non solo, viene responsabilizzato il dirigente: se non denuncia può essere a sua volta licenziato. E ancora, viene impedito che vizi di forma (lo sforamento delle scadenze) costituiscano un blocco a un licenziamento giustificato nel merito. Finalmente la Pubblica Amministrazione, sottolinea il sottosegretario Angelo Rughetti, si dota di "norme chiare e facilmente applicabili". Rughetti garantisce che questa sarà "la volta buona" per mettere fine alle frodi. Il governo punta anche sul nuovo ruolo della dirigenza, per la quale fare finta di niente non sarà più possibile (le condotte omissive potranno essere segnalate al giudice per una valutazione penale). Certo, ammette il sottosegretario, c'è "una responsabilità anche della politica", visto che spesso ci si trova davanti a "squadre" di assenteisti, con interi uffici dove truccare le presenze è prassi quotidiana. La cronaca lo dimostra, da Sanremo a Comune di Boscotrecase, in provincia di Napoli. Tutti casi in cui si parla di decine di arresti. Ora l'obiettivo è fare luce sugli illeciti da subito, senza aspettare l'intervento delle forze dell'ordine, con l'aiuto, magari, anche del fattore deterrenza.
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