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Borsa: Milano chiude a +4,13% con banche

Ftse Mib a 18.165 punti, strappano Mps, Bper, Unicredit

Piazza Affari chiude in forte rialzo. Il Ftse Mib guadagna il 4,13% a 18.165 punti. In luce le banche con Mps che strappa a +11,77% seguita da Bper (+11,47%), Unicredit (+10,60%). 

La Borsa ci ripensa sul fondo Atlante e fa tornare in forte rialzo, dopo lo scivolone di ieri, i titoli bancari. Lo strumento per garantire gli aumenti di capitale e rilevare le sofferenze incassa anche il sostegno dell'Fmi e del premier Matteo Renzi secondo cui "è la soluzione", ma non convince invece l'agenzia Fitch per cui la partecipazione della Cdp, che proprio oggi ha deliberato la sua adesione per 500 milioni di euro, potrebbe far incappare l'Italia negli aiuti di Stato e indebolire le due grandi Intesa Sanpaolo e Unicredit. Da Bruxelles la commissaria Ue Vestager, che bloccò nei mesi scorsi il salvataggio delle 4 banche tramite il Fondo interbancario e depotenziò la bad bank nella garanzia Gacs, prende tempo: "so molto poco" del piano dice. E se la Bce non si è espressa ufficialmente, arriva un sostanziale via libera dalla Banca d'Italia. Per il Dg Rossi contribuirà "a risolvere i problemi del sistema bancario italiano". Sul fondo comunque, che si presenta come iniziativa privata proprio per non incorrere nella mannaia della Ue, cominciano a delinearsi meglio alcuni dettagli: secondo diverse fonti progetta di assicurare un rendimento del 6% recuperando valore dalle due venete: Popolare Vicenza e Veneto Banca, ora ampiamente sottostimate dal mercato nelle quali potrebbe diventare un azionista rilevante. Proprio in tal senso Quaestio avrebbe chiesto a Consob e Bankitalia l'autorizzazione affinchè il fondo possa avviare l'attività e detenere quote qualificate nelle due venete. Agli aumenti (non solo per i due istituti) sarebbe destinato il 70% dei 4-6 miliardi di dotazione. Dalle banche arriverebbero risorse per 3 miliardi: 1 miliardo da Intesa Sanpaolo, poco meno da Unicredit, 250 milioni da Ubi, Bpm-Banco (impegnate nella fusione e nell'aumento di Verona) a 200 e Bper 150 milioni mentre una serie di istituti medi (invitati all'incontro l'altro giorno al Mef) dovrebbero contribuire con 75 milioni ciascuno. Adesioni che comunque dovranno passare per il vaglio dei cda, poichè in diversi casi agli ad è stata data solo una generica delega a trattate, quando si delineeranno meglio alcuni dettagli e le norme contenute nel decreto che sarà approvato la prossima settimana. Data la natura volontaria del Fondo l'adesione va ben vagliata per evitare future azioni di responsabilità e per capire l'impatto sul bilancio e capitale. La Cdp e le fondazioni metteranno sul piatto 500 milioni a testa. Nel mondo degli enti il peso maggiore lo sosterranno gli azionisti di IntesaSanpaolo: ovviamente la Cariplo di Giuseppe Guzzetti (definito uno degli architetti del meccanismo) e la compagnia di Sanpaolo con 100 milioni ciascuna e la Cariparo (40 milioni). Non sarà della partita Cariverona (azionista Unicredit) che su Vicenza aveva altri progetti. Diversi nel mondo degli enti hanno criticato il meccanismo del fondo che vede le fondazioni investire in un progetto rischioso tornando ad avere partecipazioni (seppure indirette) in banche non risanate. Altri contributi ad Atlante comunque arriveranno dalle assicurazioni e una serie di investitori istituzionali.

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