Capigruppo con polemiche al Senato per stabilire il calendario dei lavori. Dopo un'ora e mezza di riunione è stato stabilito che le riforme approdino in Aula il 19 gennaio per essere votate il 20. Ed è stato posticipato, invece, al 21 il voto per il rinnovo delle presidenze di commissione oltre che quello sulla mozione di sfiducia presentata al governo per la videnda delle banche da Lega e Fi che va al 26.
Polemiche da parte dell'opposizione sul calendario.
M5s, istituzioni usate come merce di scambio - "Quello che è avvenuto oggi è un misero spettacolo, una macchia indelebile con cui questa maggioranza sporca le Riforme costituzionali, trasformando la democrazia in cleptocrazia". Lo afferma il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Senato Mario Giarrusso, commentando la decisione della capigruppo di posticipare il rinnovo delle commissioni parlamentari a dopo il voto finale sulla riforma costituzionale.
Anche il leghista Roberto Calderoli critica la maggioranza per le decisioni sul calendario dei lavori al Senato. Il rinnovo delle presidenze delle commissioni, è - dice - un "raggiro con un inganno dalla maggioranza",per "assicurarsi di avere i 161 voti necessari sulle riforme". Insomma, per Calderoli "ormai è dimostrato che con questi ricatti, prima quello delle presidenze delle commissioni, poi ci saranno le caselle del governo, la maggioranza non esiste più ma va avanti e si tiene solo con lo scambio di poltrone".
Per Fi i tempi dei lavori dell'Aula stabiliti dalla Conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama sono "inammissibili e inaccettabili". Lo dice il presidente dei senatori, Paolo Romani, che chiede una inversione del calendario, spostando al 26 gennaio le riforme e fissando per il 19 la mozione di sfiducia, presentata assieme alla Lega, contro il governo sulla vicenda banche."Per correttezza e prassi istituzionale sarebbe bene che la mozione venisse votata nello stesso giorno della Camera".