"Abbiamo la necessità di usare tutti i possibili strumenti e spero che questa struttura possa andare in porto". Così Daniele Nouy, capo della vigilanza della Bce, sulla bad bank italiana per gestire le sofferenze bancarie. "Ma se non sarà possibile ci sono altre opzioni".
"Le esposizioni deteriorate rappresentano ancora una seria sfida sul piano prudenziale in alcuni paesi, inclusa l'Italia". "Come autorità di vigilanza possiamo far fronte ad alcuni di questi fattori ma altri ricadono al di fuori della nostra competenza" aggiunge.
"Il problema - sottolinea Nouy - è determinato da una serie di fattori, tra i quali emergono le condizioni economiche generali, consistenze elevate di oneri pregressi relativi ad attività preesistenti (legacy problem assets) in particolare nei paesi più colpiti dalla crisi finanziaria, e sistemi di recupero crediti talvolta carenti". Nouy rileva anche che "in alcuni paesi sono stati compiuti progressi verso un quadro giuridico che si presta maggiormente all'efficace risoluzione dei prestiti deteriorati. Al riguardo la Bce ha istituito un work stream dedicato e lavora insieme alle banche per sviluppare e attuare piani d'azione individuali e personalizzati".
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