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Padoan: 'Flessibilità sulle pensioni in manovra'

Poletti: 'Verso intervento definitivo sugli esodati'

Se si vuole introdurre nel sistema pensionistico "una maggiore flessibilità, tenendo conto delle problematiche delle donne, sarebbe importante non ripristinare vecchi requisiti di anzianità contributiva, vantaggiosi per gli uomini". Così il presidente Inps Tito Boeri, che suggerisce requisiti anagrafici: "l'età deve essere il fattore centrale". Secondo Boeri inoltre "La revisione dell'istituto di ricongiunzione onerosa andrebbe fatta, me lo auguro, sarebbe una riforma che guarda alle donne". Per il presidente dell'Inps è infatti un sistema che "impone costi elevati", che impediscono di rimettere insieme carriere discontinue".

Norme 2011 hanno bloccato uscite molte donne - Quanto alla rigidità in uscita "è indubbio che le norme del 2011 abbiano bloccato moltissime donne, allontanando per loro la prospettiva di andare in pensione". Così il presidente dell'Inps, Tito Boeri, in audizione in commissione Lavoro alla Camera.

"Il governo è impegnato ad analizzare la questione a partire dalla legge di stabilità e compatibilmente con il quadro di finanza pubblica". Lo ha detto il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, parlando, in audizione alla Camera, di flessibilità in uscita nelle pensioni, e spiegando che qualsiasi intervento avrebbe un impatto sull'indebitamento.  "Ogni cambiamento" del sistema pensionistico "va attentamente valutato", a partire dall'impatto sui conti. Ha sottolineato Padoan. Poi sul tema degli esodati: "Non è ancora possibile effettuare un consuntivo" di tutte le sei salvaguardie già adottate, perché "alcune sono ancora aperte", ha aggiunto Padoan.

Al 10 settembre, sono 121.500 tra certificazioni accolte dall'Inps e giacenze e circa 83.400 le pensioni liquidate, che rappresentano quindi "un numero parziale, in continua crescita". Il ministro dell'Economia ha riferito lo stato dei sei provvedimenti di salvaguardia degli esodati varati dal 2012, che riguardano una platea di 170.230 persone.

Esodati: Poletti, intervento definitivo in l.stabilità  - "Si conferma la volontà di intervenire sulla materia delle salvaguardie" degli esodati "all'interno della legge di stabilità per una definitiva risoluzione delle problematiche sociali più rilevanti ancora aperte". Così il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, in audizione presso le Commissioni riunite Bilancio e Lavoro di Camera e Senato.
"Le risorse sono lì, non sono state destinate ad altro": lo ha affermato il ministro del Lavoro riferendosi ai risparmi per circa 500 milioni di euro delle salvaguardie degli esodati tra il 2013-2014. Si tratta, ha ripetuto rispondendo nel corso dell'audizione in Parlamento, di definire la modalità per renderle utilizzabili perché "la Conferenza dei servizi non può certificare risparmi su salvaguardie ancora aperte". E serve, quindi, "un intervento normativo che fornisca la necessaria strumentazione".

Governo stringe su pensioni, nodo coperture - Il Governo stringe sul tema delle pensioni, che resta sullo sfondo della prossima legge di stabilità. "La flessibilità è un gesto di buon senso e buona volontà", ha detto nei giorni scorsi il premier, Matteo Renzi, ma "l'equilibrio di finanza pubblica deve essere mantenuto", ha a sua volta spiegato il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan. E' fra questi due punti fermi che l'esecutivo si muove per cercare di trovare una soluzione per quei lavoratori e quelle lavoratrici che nel 2016 si troveranno di fronte ad uno "scalino alto che blocca il turn over introdotto dalla Legge Fornero", come sottolineato dal titolare del Lavoro, Giuliano Poletti. Non a caso, oggi (ieri, ndr) e in vista dell'audizione che terranno domani (oggi, ndr) di fronte alle commissioni congiunte di Camera e Senato, Padoan e Poletti sono andati a Palazzo Chigi, ricevuti dal sottosegretario Claudio De Vincenti, a tracciare le linee guida di quella che potrebbe essere la flessibilità pensionistica da introdurre in legge di Stabilità. Al momento il Governo sta pensando all'uscita anticipata delle donne dal lavoro dal 2016 a 62-63 anni con 35 di contributi: si tratta di una nuova 'opzione donna' che prevedrebbe, invece del ricalcolo contributivo, una riduzione dell'assegno legata alla speranza di vita e pari a circa il 10% per tre anni di anticipo rispetto all'età di vecchiaia. Per gli uomini, invece, le strade sono diverse, ma riguarderebbero principalmente quelli che perdono il lavoro a pochi anni dalla pensione. Quello che al momento è certo è che la flessibilità non sarà generalizzata, distribuita 'a pioggia', ma dovrà essere ben calibrata, soprattutto tenendo conto dei costi relativi. L'idea di base è di portare ad un bilanciamento del sistema pensionistico nel medio-lungo periodo, ma eventuali squilibri, anche minimi nell'immediato, devono essere comunque coperti. Anche perché, sottolinea Poletti, "l'Europa guarda con attenzione" al rispetto dei vincoli di bilancio.

Sul tavolo resta anche la questione esodati, sulla quale il Governo conferma il massimo impegno per trovare una soluzione definitiva: oggi ci sarà un nuovo presidio dei sindacati di fronte alla Camera, in vista di un incontro con il presidente della Commissione Lavoro, Cesare Damiano. "Il Governo non ha né scuse né alibi: deve varare subito la settima salvaguardia per i 49.500 lavoratori previsti": dice il segretario confederale Uil, Domenico Proietti.
   

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