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Varoufakis, non continuoa a chiedere soldi a Europa

La responsabilità della crisi europea, per il ministro delle Finanze greco "è dell'architettura dell'Eurozona"

Il presidente della Bce, Mario Draghi, è atteso in cancelleria da Angela Merkel oggi alle 11 per un colloquio. Si tratta di uno degli incontri periodici, ordinari e confindenziali, che la cancelleria ha con il presidente della Bce. Il primo, dall'avvio del programma di acquisto di bond (il cosiddetto Quantitative easing), tanto contestato in Germania dagli economisti e dal presidente della Bundesbank, Jens Weidmann. Anche ieri, Draghi ha difeso il programma, affermando che non sia affatto, come molti ritengono in Germania, un mezzo che possa disincentivare le riforme nei paesi colpiti dalla crisi. L'incontro cade anche a pochi giorni da un consiglio europeo decisivo, il 19 e il 20 marzo, sulle sorti della Grecia.

Grecia - "Non sto continuando a chiedere soldi all'Europa. Sto chiedendo una rivalutazione più razionale del programma macroeconomico di tutta l'Europa e della Grecia in particolare". Così il ministro greco Yanis Varoufakis che precisa "Ovviamente i soldi sono parte della richiesta - aggiunge - ma non sono tutto". La responsabilità della crisi europea, per il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis "è dell'architettura dell'Eurozona". E "i colpevoli non sono persone, né Paesi, né istituzioni" è che "abbiamo progettato male l'Eurozona, ma ora abbiamo cominciato a ridisegnarla bene".

Il premier greco Alexis Tsipras avrà un incontro con la Cancelliera Angela Merkel, il presidente francese Francois Hollande, il presidente della Commissione Jean Claude Juncker ed il presidente della Bce Mario Draghi. Lo riferiscono fonti europee dopo che un alto dirigente del governo greco ha indicato che Atene aveva chiesto l'incontro a cinque.

Dijsselbloem evoca limiti a movimenti capitali - Il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, evoca per la Grecia l'ipotesi dei controlli ai movimenti di capitali. In un'intervista a Bnr Nieuwsradio Dijsselbloem, a domanda sul che fare se il negoziato precipita, ha evocato le "misure radicali" prese da Cipro, dove furono "chiuse le banche e limitati i trasferimenti".

Grecia a Dijsselbloem, non ci faremo ricattare - La Grecia risponde a brutto muso a Jeroen Dijsselbloem, il portavoce dell'Eurogruppo che ha evocato l'ipotesi di imporre controlli sulle movimentazioni di capitali: rispetti il suo ruolo istituzionale, dice il portavoce del governo ellenico in una mail: la Grecia non sarà "ricattata".

 

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