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Draghi: da Ue passi avanti ma ancora dubbi su futuro

Proseguire con riforme, politica Bce le incentiva

 "L'eurozona ha fatto una lunga strada sulla politica monetaria ma non abbastanza per mettere fine a tutti i dubbi sul suo futuro". Il presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, sollecita i governi dell'eurozona a proseguire sul cammino delle riforme perché "bisogna rimuovere tutti questi dubbi che riemergono ogni volta che c'è uno shock". E per farlo, spiega, "dobbiamo accelerare il nostro processo di convergenza economica e istituzionale". Un obiettivo, questo, che può essere centrato grazie "alla nostra politica monetaria" che "sta creando condizioni favorevoli", rivendica il numero uno dell'Istituto Centrale, esortando quindi i governi a "sfruttare questa opportunità per rendere permanenti questi miglioramenti". E davanti alla platea tedesca di Francoforte, Draghi si toglie un sassolino dalle scarpe spiegando che "una politica monetaria ultra-espansiva non è un disincentivo per i Paesi dell'Eurozona a portare avanti le riforme" ma anzi "crea un incentivo" a farle.

Dunque esattamente l'opposto rispetto alla linea di pensiero ribadita pochi giorni fa dal presidente della Bundesbank Jens Weidmann. Draghi sottolinea poi che "l'euro non è stato creato per avere creditori e debitori permanenti" ma "creato con l'aspettativa che ogni Paese sarebbe stato capace di stare in piedi da solo, senza l'aiuto perenne degli altri" paesi. E spiega che "occorre una convergenza affinché l'Unione possa essere sostenibile: ogni economia deve essere capace di soddisfare gli standard più alti in termini di competitività, occupazione e crescita".

Questo imperativo "è sempre stato inteso in linea di principio nell'eurozona, ma non sempre è stato messo in pratica, come si vede con le divergenze nella zona euro di oggi", dice. Infine rassicura che nell'Eurozona la situazione economica si sta "stabilmente riprendendo", che "possiamo essere ottimisti sulle prospettive" però conclude ribadendo: "dobbiamo continuare a spingere sulle riforme, non possiamo cullarci sugli allori".

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