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Alitalia: da Cai ad Etihad, le tappe e gli esuberi

La nascita della cordata italiana, AF che si defila

L'ex compagnia di bandiera sta di nuovo per cambiare pelle: il matrimonio con Etihad e' l'ultima tappa di una storia movimentata cominciata nel 2009. Ecco allora gli snodi principali per ripercorrere cinque anni di Alitalia privata.

    - NASCE CAI. Il 13 gennaio del 2009 decolla ufficialmente il nuovo vettore, che unisce Alitalia ad Airone, sotto il sigillo Cai (Compagnia aerea italiana), con Air France Klm partner strategico con il 25%. Il presidente e' Roberto Colaninno, mentre Rocco Sabelli ricopre la carica di amministratore delegato. E' solo il primo dei tre ad rapidamente succedutisi al vertice della compagnia: nel 2012 arriva Andrea Ragnetti e successivamente Gabriele Del Torchio. L'operazione Cai e' stata il risultato del 'piano Fenice', disegnato da Corrado Passera, allora alla guida di Intesa Sanpaolo, insieme a una cordata di imprenditori italiani per salvare e difendere la nazionalita' di una compagnia, che nella primavera del 2008 stava per passare in mano transalpina.

    - AIR FRANCE SI DEFILA, PARTE CACCIA A NUOVO PARTNER. A meta' settembre spuntano indiscrezioni di stampa che danno Air France pronta a fare un'offerta per rilevare la maggioranza della compagnia italiana. Si riaprono cosi' le polemiche sull'italianita' della compagnia aerea di Fiumicino. Soprattutto si teme per il piano che potrebbe comportare la nuova proprieta' con un taglio netto del personale. Poi pero' arriva il no dei francesi all'aumento di capitale deciso da Alitalia. A questo punto diventa necessario trovare un nuovo partner. Entra in gioco anche Poste Italiane, che entra nel capitale, ma non basta: serve un'alleanza con un vettore internazionale.

    - SCENDE IN CAMPO ETIHAD. A fine anno, sfumata l'ipotesi di Air France e concluso l'aumento di capitale, prende campo l'entrata in scena della giovane compagnia con base ad Abu Dhabi. Poi a febbraio c'e' l'accordo tra Alitalia e sindacati sugli esuberi in vista di un accordo. Ma la trattativa e' difficile, con diversi stop&go. Dopo il sostanziale disco verde della banche, e risolto il nodo dei posti di lavoro, il nodo resta quello del ruolo di Poste.

    - LA 'MIDCO'. La soluzione per avere il via libera di Poste e' la societa' cuscinetto, in cui il gruppo investe 70 milioni di euro in vista dello sviluppo futuro di Alitalia. L'aumento di capitale sale cosi' da 250 a 300 milioni di euro e il ministro Lupi pone la firma dell'accordo all'8 agosto.
   

Da Cai a Etihad, quasi 9000 esuberi
La travagliata storia societaria di Alitalia degli ultimi anni si accompagna anche a un lungo elenco di esuberi, casse integrazione e mobilità per quasi 9 mila lavoratori. Un'eredità che pesa ancora sui dipendenti ma anche, in parte, sui viaggiatori. Il prezzo più alto pagato dai lavoratori dell'ex compagnia di bandiera fu quello del passaggio a Cai quando circa 6 mila dipendenti, dei quasi 20 mila dell'azienda, furono esclusi dal nuovo progetto. Una parte di questi aveva contratti a tempo determinato che non furono rinnovati, una parte riuscì ad andare in pensione ma la maggioranza, tra le 3 e le 4 mila persone, andò invece in cassa integrazione. L'accordo per quegli esuberi prevedeva che i lavoratori avrebbero avuto diritto alla cassa integrazione con l'80% dello stipendio per 4 anni a cui sarebbero seguiti altri tre anni di mobilità sempre con l'80% dell'ultimo stipendio. Il termine per questi ammortizzatori scade a ottobre 2015 ma il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi ha recentemente detto di essere al lavoro per una proroga fino al 2018, anche se fino a questo momento ai sindacati non è arrivata nessuna comunicazione in merito. Questo risorse sono pagate dal fondo di sostegno del trasporto aereo che viene finanziato dai lavoratori e dalle compagnie del settore ma anche da una tassa aggiuntiva di tre euro sui biglietti aerei. Il passaggio a Cai non ha però fermato i tagli: a marzo 2011 c'è stato un primo ricorso alla cig volontaria con gli stessi criteri della precedente, alla quale hanno ricorso 545 dipendenti. Lo stesso meccanismo è stato applicato per il personale navigante anche a dicembre 2012 con l'uscita di altri 250 assistenti di volo. Il nuovo capitolo è cronaca di questi giorni con la chiusura dell'accordo con Etihad che prevede la messa in mobilità di 2.171 lavoratori (la mobilità volontaria scatterà dal 15 settembre e a chi aderirà sarà garantito l'80% della retribuzione da 1 a tre anni secondo la fascia di età e una buona uscita di 10mila euro), anche se la compagnia e lo stesso Lupi hanno assicurato che il numero finale di esuberi sarà minore perché molti saranno riassorbiti e per gli altri saranno previsti percorsi di accompagnamento per trovare un altro lavoro.

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