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Lagarde 'bacchetta' Draghi: diciamo quel che serve

Il direttore generale del FMI esorta ad agire sull'inflazione

''Diciamo quello che dobbiamo dire quando riteniamo che sia appropriato dirlo''. Christine Lagarde replica a distanza al presidente della Bce, Mario Draghi, continuando il botta e risposta in corso da giovedi', quando Draghi si e' detto ''riconoscente'' per le ''raccomandazioni'' sui tassi del Fmi, augurandosi tale ''generosita' anche verso altre banche centrali''.

Lagarde replica alle parole di Draghi a pochi giorni dall'avvio dei lavori delle riunioni di primavera del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), durante le quali i due si incontreranno. I commenti del Fondo alla vigilia della riunione della Bce della scorsa settimana, non erano nulla di nuovo, afferma Lagarde. Il Fmi dispensa consigli a tutti, ''non e' guidato dall'agenda di altre istituzioni'' aggiunge Lagarde, ricordando come l'istituto si era espresso anche pochi giorni prima di una riunione cruciale della Fed. Un'affermazione che punta a spazzare via l'ipotesi che il Fmi punti a pesare maggiormente sulle decisioni di un'istituzione piuttosto che su quelle di un'altra. Il Fondo, inoltre, ritiene da diverso tempo che la Bce debba affrontare il tema dell'inflazione. Poi il direttore generale del Fondo cerca di smorzare i toni: ''Sono sicura che il presidente della Bce avra' la saggezza e l'accortezza per identificare cosa e' meglio e quando dovrebbe essere fatto''.

Il rischio deflazione-stagnazione nell'area euro sara' uno dei temi al centro dei lavori del Fmi ed e' probabile che se ne discuta anche al finanziario, in programma giovedi' e venerdi' prossimi. Le riunione partiranno dopo che il Fondo avra' presentato il proprio rapporto sulla stato dell'economia mondiale, del sistema finanziario e dei conti pubblici. ''L'incertezza e la mancanza di fiducia frenano il mercato del lavoro americano. In Europa resta ancora da fare sul fronte delle riforme strutturali'' afferma Lagarde anticipando cosi' alcuni dei contenuti dei rapporti, che dovrebbero rivedere leggermente al rialzo le stime di crescita globali.

Per l'Italia saranno presenti il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, e il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, che torna nella sua Washington dove ha lavorato proprio al Fmi. Padon portera' con se' il piano per l'Italia, sottoponendolo al primo esame ufficiale internazionale. Il Def sara' infatti presentato martedi' e conterra' le linee guida di riforma del paese, quelle riforme strutturali che il Fmi chiede da tempo per rilanciare la debole crescita italiana. Secondo anticipazioni, il Fmi prevede che la crescita italiana nel 2014 sara' dello 0,6% per poi accelerare all'1,1% l'anno prossimo.

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