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Lodovica Comello,da Violetta alla scrittura

Nel diario 3 anni magici. "Cerco piccole cose per essere felice"

(ANSA) - ROMA, 2 APR - LODOVICA COMELLO, TUTTO IL RESTO NON CONTA, (RIZZOLI, PP.230, 14,90 EURO). "La musica, Buenos Aires e un pollo al curry con chi dico io. Le piccole cose che mi piacciono e mi rendono felice. Tutto il resto non conta". A 25 anni (che sta per compiere tra una decina di giorni, il 13 aprile), novella poetessa delle piccole cose, Lodovica Comello, la Francesca della serie argentina Violetta, targata Disney, si accontenta di poco. O quasi. Perché non è da tutti aver intrapreso poco più che ventenne una carriera che l'ha portata oltreoceano, regalandole soddisfazioni e fama in mezzo mondo e poi decidere di piantare tutto per tornare in Italia e tentare la carriera da solista. E ora si scopre anche scrittrice, raccontando la sua storia in un libro: un diario fresco, divertente, spiritoso. Come lei, che risponde al telefono, tra un impegno e l'altro. Tra la promozione del suo secondo disco uscito un paio di mesi fa e un concerto in Portogallo, tra la sua casa d'infanzia a San Daniele del Friuli e la tana milanese.
    Lei che la "mia casa è la mia valigia". "E' tutta farina del mio sacco, eh? Sono fiera di dire che l'ho scritto io - dice -. Ci ho messo sei mesi, con tanto di ansie e blocchi dello scrittore. Ma la scrittura è sempre stata una passione. E da ragazzina ho riempito diari e diari con i miei segreti. Nel 2008 ho vinto anche un premio a livello europeo. Ero la pupilla della prof di italiano. Ho scoperto che scrivere è un trucco per liberarmi. E se con la musica esce il mio lato più passionale, con la scrittura riesco a essere più trasparente, forse più me stessa. E il mio sogno è quello un giorno di scrivere un romanzo vero. Cerco l'idea perfetta". Tante, tantissime le foto a corredo del diario, scritto tra marzo e ottobre dello scorso anno, per raccontare il presente ma anche gli ultimi tre anni di vita, dalla chiamata della Disney con il trasferimento in Argentina fino alla decisione di tornare a casa. "A 24 anni, non me la sentivo di scrivere un'autobiografia. Farlo sotto forma di diario mi sembrava un'idea carina ed è un modo per avvicinarmi ai miei fan".
    Da ottobre a oggi, le cose da raccontare sarebbero ancora molte. "Eh sì. Prima di tutto il rientro in Italia: da un lato la felicità di tornare dopo tre anni, dall'altro il dolore di lasciare Buenos Aires che ormai sentivo come casa mia e Violetta. E' stata una decisione difficile, ma nasco come cantante, e la mia musica scalpitava per uscire. Mi sono detta: o adesso o mai più. E ho scelto il salto nel vuoto. L'ego di ogni artista è quello di crescere e mettersi alla prova". Ad attenderla c'era un disco da finire, un tour da solista da preparare. "Ero terrorizzata. Non sapevo quale sarebbe stata la risposta del pubblico, come avrebbero preso il fatto che avevo "tradito" Violetta". Ma tutto è stato, e continua ad essere, "fighissimo". Il tour, dopo Italia e Spagna, toccherà fino a ottobre Portogallo, Francia, Belgio, Polonia, Romania, Ungheria, Russia, Argentina, Cile, Uruguay, Brasile, Venezuela e Messico.
    "Il futuro? Non so neanche dove festeggerò il mio compleanno tra 10 giorni. Semplicemente non ci penso. So solo che continuerò a sfornare musica a manetta. Ma incredibilmente, non ho ancora cominciato a lavorare al prossimo album". Ma lei che il successo lo ha raggiunto fuori dall'Italia, come vede la musica italiana: "ci sono artisti come Laura Pausini ed Eros Ramzzotti che sono dei monumenti all'estero, altri come Marco Mengoni che si stanno facendo conoscere. Io, invece, ho imparato ad apprezzare Fedez, scrive benissimo e poi i rapper sono i cantautori di oggi. Raccontano la società come - permettetemi il paragone - poteva fare Fabrizio De Andrè".(ANSA).
   

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