Nonostante la durata di due ore e venti Molly's Game, il poker-thriller basato sulla storia vera e incredibile di Molly Bloom (Jessica Chastain), non annoia. Il film, in sala dal 19 aprile con 01, ha infatti dalla sua una grande regia e scrittura, quella del drammaturgo Aaron Sorkin, vincitore di un Oscar per la sceneggiatura non originale di The Social Network. E dietro questo film c'è anche un bel libro omonimo, la biografia di Molly Bloom (edito da Rizzoli).
Chi è Molly Bloom, classe 1978, di Loveland (Colorado)? Una giovane, bella e carismatica speranza olimpica dello sci free style, costretta ad abbandonare lo sport dopo un brutto incidente. Una famiglia di sportivi, la sua, grazie alla figura ingombrante del padre Larry (Kevin Costner), affermato psicologo.
Molly, dopo aver abbandonato lo sport e seguito gli studi di legge, d'estate fa la cameriera. Incontra così un misterioso giocatore di poker (Michael Cera) che la introduce a un lavoro non troppo legale: quello delle bische clandestine.
Ma quella della dinamica Molly non è una clientela qualsiasi.
Si tratta di miliardari, faccendieri, stelle di Hollywood, giganti dello sport e degli affari che la rendono in breve tempo famosa e ammirata. Quando però, in un momento di crisi, mette al tavolo da gioco dei membri della mafia russa, si ritrova l'Fbi alla porta della sua lussuosa casa. Costretta ad affrontare le molte accuse a suo carico, ha come unico alleato lo schivo avvocato difensore Charlie Jaffey (Idris Elba). Sarà lui a dover contrastare l'accanimento giudiziario verso Molly che, oltre alla mafia russa, aveva clienti troppo importanti e scomodi di cui avrebbe potuto fare i nomi, cosa che, coraggiosamente, non ha fatto.
"Aveva in mano il biglietto vincente della lotteria - dice Sorkin - avrebbe potuto essere ricca e famosa dicendo semplicemente la verità, facendo i nomi, ma non lo ha fatto. E' una cosa che ammiro, e il film fa lo stesso".
"E' fantastico lavorare con qualcuno che è scrittore e regista - dice la Chastain (The Tree of Life) - perché ti restituisce davvero la sua visione della storia. Aaron è amico della vera Molly da lunga data, la conosce molto bene ed è molto protettivo nei confronti della sua storia. E non sono sicura che si sarebbe sentito a suo agio consegnando la sceneggiatura a un altro regista. Non riesco a immaginare nessun altro alla regia di questa storia".