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In viaggio con l'alzheimer, tra humour e emozioni

Rochefort mattatore con Kiberlain in dramedy 'Florida'

   La perdita di sicurezze e lo sconvolgimento emotivo di chi vive in prima persona demenze degenerative come l'alzheimer ma anche dei familiari e le persone più vicine ai malati, sempre più spesso negli ultimi anni sono diventati materia cinematografica: da Away From Her di Sarah Polley a Una sconfinata giovinezza di Pupi Avati, fino a Amour di Michael Haneke e Still Alice di Richard Glatzer e Wash Westmoreland, con Julianne Moore. Il francese Philippe Le Guay (Le donne del 6/o piano, Molière in bicicletta), esplora il tema armonizzando humour e commozione nella commedia drammatica Florida, con un'icona del cinema d'oltralpe come Jean Rochefort e la pluripremiata e molto versatile Sandrine Kiberlain, nelle sale dal 5 maggio con Academy Two. Tratto dalla pièce di Florian Zeller 'Le père', il film ha per protagonista Claude Lherminier (Rochefort), un vitalissimo ottantenne ex capo d'azienda, che fatica sempre di più a difendere la sua indipendenza e a mantenersi legato al presente, senza scivolare in ricordi, visioni, fantasie e sogni. Un viaggio in cui Claude non è solo: ha accanto la figlia maggiore Carole (Kiberlain), madre di un figlio quasi ventenne e abile donna d'affari, che ha sostituito il padre nella guida della fabbrica di famiglia. Lei corre per ogni necessità del genitore, nonostante il loro sia un legame affettuoso ma spesso conflittuale. L'uomo, infatti, sembra preferirle la figlia minore Alice (Audrey Looten), che però si è trasferita in Florida e non riesce a contattare. Via via la perdita dei freni inibitori, porta Claude a dire e fare tutto quello che gli viene in mente, senza preoccuparsi delle conseguenze sulla vita, anche amorosa, di Carole. Così passa dal progettare con la nuova badante romena Ivona (Anamaria Marinca) il 'furto' da un cimitero del corpo di un ex amico e socio che l'aveva ingannato alla fuga per raggiungere la tanto amata Alice in Florida... Per Le Guay il desiderio di lavorare con Rochefort ''è stato uno dei motivi che mi ha spinto a lavorare su questo film.
    Volevo rivederlo al cinema e offrirgli un personaggio a sua misura, o per meglio dire fuori misura - spiega il regista nelle note di produzione -. Questo ruolo ha qualcosa di shakespeariano. Ma è anche pieno di humour. Jean è un attore completo che incarna questi due aspetti''. Diretto nella sua carriera sessantennale, fra gli altri, da Tavenier, Gregoretti, De Broca, Bunuel, Altman, Leconte e Don Chisciotte ideale per Terry Gilliam, nel primo tentativo, del 1999, abbandonato per infiniti problemi, di realizzare The Man Who Killed Don Quixote (il progetto sta ripartendo con differenti interpreti, ndr), Rochefort ha voluto togliere dal ruolo di Claude ogni pietismo: ''Desideravo che la sceneggiatura lavorasse più in profondità sulla psicologia - ha spiegato -. Non volevo che il personaggio fosse troppo 'pulito'. Quando si soffre di questa malattia ''a questo stadio, nulla è impossibile, la situazione può precipitare da un momento all'altro''. L'intesa evidente con Sandrine Kiberlain viene dalla loro amicizia anche fuori dal set: ''Io e Sandrine ci assomigliamo - aggiunge l'attore -. C'è qualcosa che ci unisce, la capacità di ridere di noi stessi. E' una benedizione''. L'attrice la ritroveremo a Cannes, al debutto come regista di un corto, Bonne figure, con protagonista Chiara Mastroianni, che sarà presentato nella Semaine de la Critique.
   

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