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Giletti, Bennett? Capiremo guardandolo negli occhi

Domenica parte nuova stagione con accusatore Asia Argento

Un'esclusiva mondiale - l'intervista a Jimmy Bennett, il grande accusatore di Asia Argento, ospite domenica nella prima puntata di Non è l'arena - ma anche una grande battaglia contro la violenza sulle donne e il ritorno su alcuni dei temi trattati lo scorso anno, dai vitalizi alle sorelle assediate nelle terre in mano alla mafia dei pascoli. E' un Massimo Giletti carico e pieno di idee quello che racconta al Maxxi di Roma cosa ha in serbo per i suoi telespettatori nelle 35 nuove puntate della sua trasmissione che riparte in prime time il 23 settembre su La7.

Il giornalista utilizza proprio il "peschereccio-opera d'arte" in esposizione all'ingresso del museo per spiegare: "Noi siamo proprio come una piccola barca in mezzo a enormi e attrezzatissime navi, ma lottiamo per delle idee, per non essere banali, per le nostre battaglie. E' per questo che un'esclusiva come quella di Bennett è per noi così importante".

Su Bennett spiega: "Parlare al telefono con una persona, come ho fatto finora, è una cosa, poterlo ascoltare e fargli delle domande guardandolo negli occhi è tutt'altro". Ma assicura che non ci sarà nessuna domanda già concordata, bensì solo la verità di questo ragazzo che al telefono dimostra di essere "molto giovane" e di vivere "in un mondo tutto suo". Ma il giornalista si astiene volutamente da ogni giudizio, finché non lo avrà "incontrato di persona".

Giletti spiega che Bennett sarà accompagnato dal suo avvocato e a chi chiede se l'intervista andrà in diretta ribatte: "Io sono sempre per fare le dirette, ma sono anche convinto che quello che conta è fare le domande e ascoltare le risposte. L'intervista non è un santino".

"Parlo con un ragazzo - aggiunge a margine - che sostiene di essere stato violentato da Asia Argento, che è il simbolo del movimento #MeToo. Perché parla a distanza di anni, qual è la sua verità? Sarà interessante confrontarsi e soprattutto non tentare di porre limiti alle domande. Poi potrà anche non rispondermi, ma la domanda c'è e la gente da casa deciderà. E proveremo a invitare anche la stessa Asia, che speriamo che veda la trasmissione e poi voglia venire a raccontarci la sua versione".

Sulla violenza contro le donne dice: "Io credo che si debba cambiare la legge contro lo stupro, soprattutto le pene sulla recidiva che sono bassissime. Gli stupratori seriali son davvero troppi! E penso che la legge sullo stalking abbia un problema: 'ammonire' un uomo che picchia una donna perché non si avvicini non basta. Ovviamente tenendo conto della gravità singola del caso, bisogna dare alle forze dell'ordine degli strumenti più efficaci come arresti, domiciliari, qualsiasi cosa ma che sia un segnale forte. L'ammonimento per una persona turbata, perché un uomo che picchia una donna è una persona che non sta bene, non basta e la prova è che continuano a essere uccise donne, è successo anche nei giorni scorsi". Un'idea precisa Giletti la ha anche sul tempo concesso a una donna per denunciare uno stupro: "Sono sufficienti solo 6 mesi per superare un dramma di questa portata e decidere di farsi avanti?".

Il giornalista spiega poi che tornerà anche sul caso della dottoressa Serafina Strano, violentata durante un turno di notte: "E' stata abbandonata da tutti, anche dall'ordine dei medici della sua città che non si è costituito parte civile. Il sistema, maschilista totale, si stupisce che non voglia tornare a lavorare in quel posto come se lo stupro possa essere paragonato alla frattura di una caviglia... Ne ho parlato anche con il ministro Giulia Grillo, ci torneremo".

Infine non mancano i ringraziamenti a Urbano Cairo, una stoccata alla Rai e un pensiero per Mara Venier: "La ringrazio perché durante la prima puntata di Domenica In ha avuto il grande coraggio di fare il mio nome...".

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