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Botta e risposta tra segretario vigilanza Rai e Vespa sul caso Riina junior

Il deputato Pd: 'Assurda disparità con caso Perego'. Il conduttore: 'Ci fu l'ok del direttore editoriale'

Scontro tra il segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi, e Bruno Vespa, direttore di Porta a Porta. Sul banco della discordia ritorna la vicenda di qualche anno fa sulla partecipazione di Salvo Riina, figlio del boss Totò Riina, alla trasmissione.

"Il caso Perego e quello dell'intervista a Riina jr a 'Porta a porta' mostrano un'azienda dove non si capisce di chi siano le responsabilità degli errori e come vengano puniti", scrive su Facebook il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi. "Con Riina jr nessuno pagò, l'intervista che indignò istituzioni e familiari delle vittime di mafia fu trasmessa e la vicenda finì nel dimenticatoio senza responsabili, sebbene fossero arrivati appelli preventivi contro la messa in onda anche dalla commissione Antimafia. Sul caso di Paola Perego, invece, la conduzione del programma è saltata. Difficile comprendere sulla base di quali valutazioni la Rai abbia tenuto atteggiamenti così diversi".

Pronta la replica di Vespa: "L'intervista a Salvo Riina fu approvata prima della registrazione dal direttore di Rai 1 e prima della messa in onda dal direttore editoriale della Rai - sottolinea - il giornalista della Rai - . L'intervista fu commentata in studio, tra l'altro, da Antonio Emanuele Schifani, figlio di uno degli agenti della scorta di Falcone ucciso nell'agguato commissionato da Totò Riina. Il giorno successivo furono nostri ospiti Caterina Chinnici, figlia del capo dell'ufficio istruzione di Palermo, Rocco Chinnici e Giulio Francese, figlio del giornalista Mario Francese, entrambi uccisi dalla mafia. Negli anni precedenti, senza alcuna polemica - prosegue -, Enzo Biagi aveva intervistato Luciano Liggio, "Maestro" di Totò Riina e Michele Sindona. Così come nel programma Servizio Pubblico di Santoro venne intervistato Angelo Provenzano, figlio di Bernardo. Altri giornalisti avevano intervistato Raffaele Cutolo e i capi dei casalesi. In nessun caso ci fu discussione".

Ma dopo la risposta di Vespa, il segretario della vigilanza Rai ha rincarato la dose, parlando di "pagina buia che ha pesantemente danneggiato il servizio pubblico. Anche perché quell'episodio fu addirittura sanzionato dall'Agcom. Dopo un mio dettagliato esposto, l'Autorità decise di rispondere con un fermo richiamo e lo fece anche in tempi molto rapidi, cosa molto rara per l'Agcom. Quella vicenda - prosegue - rimane un vulnus per Raiuno, per il quale chi se ne rese protagonista dovrebbe solo presentare le proprie scuse, avendo causato alla Rai una pesante censura da parte dell'organo di garanzia".

Bruno Vespa ha però osservato che "il Consiglio di Agcom, dopo un articolato confronto, dette mandato "al presidente di predisporre una bozza di lettera formulata nei termini emersi nel corso del dibattito" e che il presidente "avrebbe dovuto condividere con i componenti del Collegio prima di trasmetterla alla Rai". Dall'accesso agli atti che ho richiesto e in parte ottenuto non risulta che questo sia avvenuto. Mi auguro che questo punto possa essere chiarito".

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