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Gassmann e I Bastardi di PizzoFalcone

Best seller di De Giovanni serie con Gassman e Crescentini

In una Napoli in parte diversa da quella raccontata in tv, bella e contraddittoria: quella degli antichi palazzi aristocratici e delle case modeste e dei tramonti struggenti, quella di un popolo che fa di tutto per vivere onestamente. Una città dove la follia, la passione, la rabbia, il rancore, la vendetta, si mescolano sempre. Lo sa bene l'Ispettore Giuseppe Lojacono che attraverso umanità ed empatia riesce a cogliere certe sfumature, scoprendo insieme alla sua squadra, quasi sempre, la verità. L'attesa, per gli appassionati della squadra di polizia nati dalla penna di Maurizio de Giovanni, la sgangherata compagine di uomini e donne tanto ambigui quanto in vena di riscatto, è finita: su Rai1 dal 9 gennaio sbarcano, 'I 'Bastardi di Pizzofalcone' (presentata a Roma alla scuola Superiore di Polizia).

La serie tv in sei prime serate è prodotta da Clemart Srl in collaborazione con Rai Fiction, realizzata da Massimo de Martino, ed è tratta dall'omonima saga letteraria (in particolare dai libri, 'I bastardi di Pizzofalcone', 'Gelo' e 'Buio'), che narra le vicende umane di un gruppo di poliziotti allontanati dal altri Commissari per i loro modi comportamentali. A firmare la regia è Carlo Carlei. Produttore artistico, Gabriella Buontempo.

 Il vicequestore Lojacono, spiega Gassman (in sala con Non c'è più religione e a febbraio in un uscita con la pellicola al fianco di Marco giallini in Beata ignoranza ndr.) detto il Cinese per gli occhi a mandorla e la calma imperturbabile arriva al commissariato di Pizzofalcone dopo essere stato cacciato da Agrigento. "Ma tutta la sua sgangherata squadra: da Massimiliano Gallo a Tosca d'Aquino da Antonio Folletto a Simona Tabasco da Gennaro Silvestro a Gianfelice Imparato - hanno vite private complicate, qualche segreto ma sono di fatto come me poliziotti nel sangue con le loro fragilità".

Carolina Crescentini è il pubblico ministero Laura Piras, donna intelligente e misteriosa, di lei in molti subiscono il fascino "ma come gli altri protogonisti è sola", spiega l'attrice, ''è onesta, tutta di un pezzo, anche se in Lojacono riconosce subito l'intuito". Il commissariato di Pizzofalcone è destinato a chiudere (prima dell'arrivo degli uomini di guidati da Alessandro Gassman un gruppo di poliziotti corrotti ne aveva infangato l'immagine). «È un gruppo di reietti, un manipolo di "ultimi", di poliziotti che, pare, abbiano sulla coscienza questioni poco chiare del passato, aggiunge Gassman.

"Sono stato trasferito dalla Sicilia, perché accusato di aver passato informazioni alla mafia locale. E' una falsità. Lojacono è un uomo impenetrabile, ma fragile. De Giovanni ha una grande capacità di raccontare le persone. "Si scoprirà che i reietti sono stati accusati ingiustamente ed ecco che scatta l'orgoglio ferito: invece di limitarsi a rimettere a posto le scartoffie, decidono di riscattarsi e, grazie alle loro capacità investigative, cominciano a risolvere casi di criminalità, si conquistano la fiducia del questore. Insomma; partono da sottozero, è una rincorsa alla riabilitazione e fanno rinascere a nuova vita il commissariato, che ridiventa operativo".

Maurizio de Giovanni spiega: "Pizzofalcone esiste veramente è il nome della collina sopra piazza del Plebiscito, nel centro storico di Napoli: è una zona che unisce realtà sociali e ceti diversi, tra nobiltà partenopea e gente dei quartieri spagnoli. Il commissariato l'ho inventato e collocato in quel luogo, perché tra quei confini invisibili di condizioni differenti emergono contrasti forti che danno luogo a personaggi straordinari. Ma gli attori sono stati bravissimi li voglio ringraziare, hanno reso con le loro interpretazioni un gran lavoro ai personaggi". Eleonora Andreatta direttore di Rai Fiction sottolinea: dei romanzi di De Giovanni colpisce la capacità di raccontare il senso del dolore. Questi poliziotti hanno ombre dentro di loro, ma anche senso di responsabilità". In merito a un confronto con i libri di Manzini e Rocco Schiavono risponde De Giovanni: "sono bellissimi, così come la serie. Tutta la scrittura italiana nera è in crescita. Il grande maestro è Camilleri, lui ci ha indicato la strada. Il romanzo nero è il nuovo romanzo sociale perché racconta le città".

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