Se anche voi avete sfoggiato spalline giganti, se ancora vi chiedete quanti fossero i fagioli nel barattolo della Carrà, se sapete d'istinto che Has Fidanken è l'unico cane star di un Drive In e un Paninaro non lo andreste mai a cercare in un forno, se avete gridato con Paolo Rossi campione del mondo e vi bastano due note dei Bee Gees per scatenarvi in pista, se il Cacao non può essere che Meravigliao e la caduta del Muro ancora vi emoziona, allora, sì, siete decisamente del popolo di 'Quelli degli anni '80'. A voi che quel decennio non riuscite a dimenticarlo, ma anche a chi ne ha solo sentito parlare, è dedicato il nuovo ciclo di appuntamenti di Deejay Tv (canale di Discovery Italia, su digitale terrestre e TivùSat al numero 9, su Sky 145), al via dal 15 luglio con sei prime serate a base di film, documentari e interviste.
Si parte con Laguna blu, la pellicola che lanciò Brooke Shields e che in questi giorni festeggia 35 anni in sala (a seguire, ogni mercoledì, Karate Kid-Per vincere domani, Karate Kid-La storia continua, Non guardarmi, non ti sento, Ho sposato un'aliena e Roxanne). Subito dopo il film, la youtuber Alice Mangione nei panni di una psicologa con pazienti come Renzo Arbore, Ilona Staller, Marco Columbro, Lory Del Santo, Carlo Freccero, Carmen Russo e Andrea Roncato (6 episodi della Stand by me). A loro, e al pubblico di 'Quelli degli anni '80', la prescrizione poi di un documentario su uno spaccato di quell'epoca, dalla tv alla politica, per chiudere la serata.
Ma perche' gli anni '80 sono diventati un tale cult? "Perche' si e' capito quanto fossero felici rispetto ai bui anni '70, gli anni di piombo", racconta Arbore all'ANSA. "Perche' - concorda a distanza Freccero - e' meglio essere alienati, fuori di testa, gasati, che poveri come oggi. Ovviamente non e' tutto oro quel che luccica, ma dopo gli anni del terrorismo e' finalmente permesso tutto e tutto si colora di bollicine di champagne. Sono gli anni dei tre cavalieri, De Benedetti/Gardini/Berlusconi, delle copertine de L'espresso, della pubblicita', della tv, dell'Io che sostituisce il Noi. Il privato e' la cosa piu' importante e si puo' essere tutti protagonisti, come Tony Manero che dalla periferia diventa l'idolo della disco music. E' una vera rivoluzione di costume, una liberazione e un godimento totale in cui, con 10 anni di ritardo, si ottiene quel che si sperava nel '68. Si dimentica l'impegno e si comincia a ballare. Tutto cio', mai come oggi, si tinge di nostalgia. E' come un Eden perduto". Proprio come gli anni '60 ebbero il loro '68, prosegue l'ex direttore di Rai2, "gli anni '80 ebbero poi l'89, con la caduta del Muro di Berlino. E accanto a John Travolta, l'altro mito diventa Papa Wojtyla".
Ma cosa ci e' rimasto addosso di quell'epoca? "La voglia di socializzare - risponde Arbore - di uscire e festeggiare insieme, il sapere che la vita e' una ed e' meglio godersela". E due miti degli anni '80, personalmente, cosa salvano di quel decennio? "'Quelli della notte' e le 40 facce nuove che portammo in tv - dice Arbore - e poi 'Cari amici, vicini e lontani', che fu il primo programma 'nostalgia'". "Personalmente - aggiunge Freccero - li ho vissuti due volte: nel '79 iniziando la tv commerciale con Berlusconi in Italia e poi nell'86 con l'avventura di portare quel modello in Francia. Soprattutto - ricorda - per me e' li' che inizia il gioco terribile dell'audience. Come i miei amici puntano in Borsa, qualcuno ai tavoli da gioco, io ogni mattina comincio ad aspettare quei numeri, come una droga. E' curioso, da allora abbiamo tutti un appuntamento con valori, chi di fatturato, chi economici, chi d'ascolto". 'Quelli degli anni '80' e' anche uno dei primi programmi della nuova Deejay Tv di Discovery Italia. "Non e' un caso - commenta Arbore -, oggi e' molto piu' curiosa la tv digitale che la generalista". "Un programma con un pizzico di nostalgia e' giusto per l'estate - conclude Freccero - e ha tutte le carte in regola per costruire la nuova tv digitale".