"Essere un sovrintendente di un teatro come il Regio di Torino è per me un onore perché lo vedo come un servizio pubblico e perché mi consentirà di lavorare a ciò che mi sta più a cuore, tramandare 420 anni di storia della lirica alle giovani generazioni ai tempi di Netfix e Youtube. Ovviamente rispettando il pubblico che ancora oggi riempie i teatri e che chiede il repertorio più classico". Occhiali rotondi e giacca azzurro fluo alla Elton John, Sebastian Schwarz si presenta col sorriso e i modi di fare gentili nel suo primo incontro con la stampa da sovrintendente del Teatro Regio di Torino.
Il consiglio di indirizzo lo ha scelto tra le centinaia di curriculum arrivati per la sua preparazione internazionale e la grande apertura al mondo. Cavaliere dell'Ordine della Stella d'Italia, il 45enne parla sette lingue, tra cui un italiano perfetto. "Siamo orgogliosi di essere riusciti a portare un nome così prestigioso, corteggiato da molti, ai vertici del nostro teatro - dice soddisfatta la sindaca Chiara Appendino - adesso andiamo avanti e cerchiamo di superare il tempo perduto". Il tedesco subentra a William Graziosi, decaduto in seguito alle dimissioni del Consiglio d'indirizzo dell'ente lirico non senza polemiche. Sulla sua nuova scrivania troverà tanti problemi da affrontare, a cominciare dal rinnovo dei contratti di almeno 60 dipendenti, tra cui quello del direttore dell'area artistica Alessandro Galoppini, molto amato in teatro ma in rotta con il nuovo corso voluto da Appendino.
Il lavoro di Schwarz ripartirà inevitabilmente dal piano industriale messo a punto da Graziosi, che il nuovo sovrintendente ha tenuto a incontrarlo per ringraziarlo. "Il suo piano - spiega - sarà la base del nostro lavoro futuro". "L'opera lirica piace e appassiona chi la conosce - osserva illustrando la sua concezione di lirica - ma come fare a farla amare da chi non l'hai mai vista e magari non ne ha mai sentito parlare neppure a scuola? Bisogna aprire le porte dei teatri, cercare forme di narrazioni contemporanee, con coraggio, coinvolgendo giovani, università e scuole. Bisogna formare i formatori perché ne tramandino la passione". Va in questo senso il suo progetto, già avviato con la English National Opera di Londra e Sky Uk di produrre una grande opera sul calcio per i mondiali del 2022. Un progetto che ora potrebbe coinvolgere anche il Regio di Torino. "Il calcio è un veicolo di energia pazzesca, capace di coinvolgere tutti i tipi di persone - sostiene - ne sapete qualcosa voi qui a Torino dove lavora uno dei calciatori più noti al mondo, Ronaldo. Una città bellissima, barocca, antica e modernissima dove ho già trovato casa insieme a mio marito". Unica cosa di Torino che non gli piace è la cancellata di Umberto Mastroianni davanti al Regio: "è sempre chiusa, non va bene, bisogna tenerla aperta alla città".