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Isabel Russinova, l'erotismo è pensiero

In scena La chiave di Virginia B da Tanizaki, poi libro Reinas

''L'erotismo è pensiero. Nasce dalla fantasia e resta sospeso, quasi liquido. Per questo è un mondo molto femminile''. Parola di Isabel Russinova, l'attrice e scrittrice italo-russa volto di tanta tv e teatro, che da domani all'1 maggio sarà al Teatro Belli di Roma con ''La chiave di Virginia B'', omaggio al capolavoro erotico dello scrittore giapponese Junichiro Tanizaki (1886-1965). Un testo costruito sull'alternanza dei diari di un professore cinquantenne e della sua più giovane moglie (in cui lui rivela le proprie fantasie, sperando che lei legga e le realizzi), in Italia conosciuto soprattutto per la trasposizione cinematografica di Tinto Brass che con ''La chiave'' consegnò il mito di Stefania Sandrelli ai sogni segreti degli italiani.

Questa volta, invece, nell'adattamento della stessa Russinova, protagonista con Antonio Salines, Fabrizio Bordignon e Annabella Calabrese per la regia di Rodolfo Martinelli Carraresi, la storia diventa un noir psicologico. ''Tanizaki - racconta l'attrice all'ANSA - è un autore non solo provocatorio, ma complesso. Vede la donna come paladina di libertà, una guerriera nel raggiungere i propri obbiettivi''. Sulla scena la vicenda si sposta dal Giappone all'Italia anni '50, quella del germe della futura battaglia per l'emancipazione femminile. Virginia è la moglie borghese di un professore, madre di una ragazza già molto diversa dal suo modo di essere donna. La sua storia diventa ''un inno alla ribellione'', in cui l'erotismo è il filo conduttore di un rapporto affettivo dove, quasi in un gioco al massacro, si alternano la volontà dell'uno di prevalere sull'altro, il desiderio di tenerezza e sopraffazione.

''La protagonista - spiega l'autrice - si ribella a un'educazione moralista e a un marito che la vuole come non è. Ho immaginato che una sera a cena comparisse anche il Rapporto Kinsey, dello scienziato che per primo analizzò il sesso liberandolo dai tabù. In Italia al tempo venne pubblicato a puntate su Oggi, una rivista che entrava nelle case, nel cuore della famiglia: una rivoluzione. In scena, i giovani ne sono quasi divertiti, ma Virginia, figlia della cultura cattolica, ha una reazione forte. Certo - prosegue - Tanizaki è uno scrittore dell'altra parte del mondo. I suoi personaggi si muovono in kimono su tradizioni completamente diverse dalle nostre. Anche nel rapporto erotico: la geisha è l'esaltazione di una pratica antica di grande rispetto e delicatezza. Ma il percorso mentale, la voglia di liberarsi è simile''. E non a caso, nella storia l'emancipazione passa per la scrittura. ''La scolarizzazione è sempre il nodo cruciale - dice l'attrice, già testimonial di Amnesty International - Per questo in certi paesi impediscono alle donne di studiare, per continuare a tenerle assoggettate''.

Ma dopo tante battaglie, la donna occidentale oggi può dirsi davvero libera? ''E' sempre lì sul filo, in equilibrio o in bilico, a seconda del momento'', risponde la Russinova, che a fine mese presenterà anche il suo nuovo libro: ''Reinas'' (ed. Curcio), sei ritratti di donne che ''hanno scelto la strada più ripida'', da Berenice, figlia di Erode Il Grande, ad Agatha Barbara, prima donna Presidente della Repubblica di Malta. ''Nel mondo occidentale la donna ha combattuto molto - conclude - Oggi può dimostrare le sue capacità, anche se la globalizzazione impone responsabilità forti. In fondo siamo fortunate: nessuno dice che siamo di un'altra razza perché abbiamo la pelle più sottile''.

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