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Cirque du Soleil, prossimo show ispirato ad Avatar

Si intitolerà Pandora, al progetto lavora anche Cameron

''Questa compagnia è come Madonna. Si, la cantante. Non invecchia mai, si rinnova sempre. E resta la numero 1''. Un tale accostamento fra la regina del pop e Le Cirque du Soleil, forse, poteva farlo solo lui: Michael G. Smith, storico direttore artistico di spettacoli come ''Allegria'', ''Kooza'', il prossimo ''Pandora'' ispirato al film ''Avatar'' (cui sta collaborando anche James Cameron) e anche ''Quidam'', che dal Palalottomatica di Roma questa sera apre il nuovo tour italiano della compagnia canadese con tappe anche a Bologna, Firenze, Pesaro, Milano e Torino (su R101, partner ufficiale, ogni giorno biglietti in palio). ''Mi spiace non parlo italiano - esordisce con l'ANSA Michael G. Smith, nel pieno della prova generale dello show - Però rimarremo qui per più di un mese e il mio scopo è andare via capendo tutto''. Poi sorride dietro gli occhiali, si sistema la lunga e ''trendyssima'' frangia e, via, sciorina un sorprendente vocabolario nostrano.

''Lavoravo come perfomer sulle navi della Costa - rivela - Ma era tanti anni fa, nel 'giurassico''''. Un attimo e l'occhio torna a controllare il palco, tra corpi che sembrano volare o piovere dal cielo esilmente ancorati alle funi, per poi sbocciare a mezz'aria e rimanere lì, sospesi come una farfalla. Dietro le quinte, i tecnici controllano l'attrezzatura (19 i camion scaricati) e nei camerini si fanno gli ultimi ritocchi ai 2.500 pezzi del guardaroba (tutti cuciti a mano, per un valore di due milioni di dollari). Tra poche ore sul palco tornerà infatti a vivere la storia di Zoe, bambina ignorata dai genitori, ma alla ricerca della felicità, interpretata dall'italiana Alessandra Gomez. Con lei, 45 attori-acrobati, in un viaggio tra sentimenti e numeri al limite dello sforzo fisico, che dal 1996 (quando lo show debuttò la prima volta a Montreal) hanno lasciato il pubblico di mezzo mondo a bocca aperta. ''Quidam'', dal latino, è un pronome che indica ''chiunque'', come dire, un uomo qualsiasi.

''La storia - racconta Smith - mi è venuta in mente passeggiando per le strade di New York insieme a Franco Dragone (tra i fondatori de Le Cirque du Soleil ndr). Avevo appena fatto 'Alegria' e non ero così sicuro di cosa volevo portare in scena. Intorno a me, vedevo tutte queste persone correre senza mai neanche guardarsi in faccia. Invece la vita è contatto. La gioia non è in noi. E' l'altra gente che ci da gioia. Ecco 'Quidam' è lo 'straniero anonimo', è una persona senza faccia. Dopo 20 anni lo show è ancora attualissimo e fa riflettere il pubblico. Ci si immedesima nei personaggi, si ritrovano i propri sentimenti o paure. Soprattutto le donne, perché la vita è differente se sei un ragazzo o una ragazza''. Proprio alle donne, ''alla loro prospettiva sulle cose, alla scoperta e al rispetto di se''', è dedicato uno dei momenti più intensi di ''Quidam'', con un nastro ''rosso, come il sangue o come il cuore che piange'' a rappresentare la vera anima del personaggio della Madre di Zoe, all'apparenza indifferente, ma all'interno pieno di paure, passioni e ambizioni.

''E' l'unico numero che una volta abbiamo dovuto modificare - racconta sorridendo Smith - Eravamo a Dubai e ci hanno fatto notare che con quel costume così attillato lì non si poteva andare in scena''. Ma com'è lavorare per Le Cirque du Soleil? ''Quando sono arrivato - conclude - venivo da 20 anni nell'entertainment. Ma mai avevo lavorato così tanto e con così tante persone di talento. Molti di questi ragazzi, poi, vengono dallo sport. Sono campioni che per tutta la vita hanno lavorato duramente per arrivare alle Olimpiadi, imparando a controllare e reprimere le emozioni. Noi invece insegniamo loro ad avere accesso a quelle emozioni e ad avere un contatto con il pubblico. E possiamo essere fieri di questo''.

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