MILANO - Uno scontro fra certezze granitiche e dubbi esistenziali, fra sample d'annata e suoni moderni: questo è il 'Clash' di Ensi, nuovo album del rapper torinese in uscita il 1 febbraio. "La prima cosa che mi sono detto era fare un disco meno personale dopo essermi aperto molto in 'V' - racconta all'ANSA Ensi - Invece i primi pezzi che ho scritto, 'Thema Turbodiesel', 'Complicato' e 'Vita intera', sono i più autobiografici e apro con la voce di mio figlio! Perché non ne puoi scappare: il mio modo di fare rap è andare in profondità, esorcizzare demoni e fare tesoro delle mie esperienze. Magari possono sembrare temi secondari: fare lo 'sborone' ci sta, è entertainment come il sangue finto dei film, ma le vite sono fatte di altro, e io devo essere onesto e viscerale".
Così, se nella prima metà del disco domina il tono combattivo da freestyle e battle-rap, nella seconda metà Ensi riflette sul potere ambiguo della parola e sullo stato del mondo, si rivolge al fratello minore e alla compagna di sempre: "Il disco è come un concerto: prima picchio forte e alla fine il rapper lascia spazio all'essere umano, quando l'ego non basta contro le perplessità e le paure". Sulle 12 tracce incise nel Red Bull Music Studio con i beat di produttori come Big Joe e Phra il 'Clash' è anche sonoro, con spunti dancehall evidenti soprattutto nei featuring di Agent Sasco (con Johnny Marsiglia in 'Rapper'), Attila ('Rat Race') e Patrick Benifei ('Deng Deng'): "La mia sfida oggi è essere Ensi senza stare ancorato a una versione old school. Volevo un disco spudoratamente rap, con tante rime e concetti, con il sample in evidenza su 'Mutombo' ma i cantati in altri pezzi, tutte contaminazioni tipiche del genere: a un certo punto volevamo anche campionare 'Kiwi' di Calcutta!".
Nel mirino delle rime c'è spesso chi abusa di playback e marketing nel rap, ma non solo. Lo rivela il verso 'Odio i rapper fasci' in 'Rapper': "Grazie a dio anche Salmo ha detto che qualcosa non torna con il razzismo in certi ascoltatori: non c'entrano destra o sinistra, io non ho ricevuto infarinature politiche, anche se mio nonno ha fatto la Resistenza e mia mamma cantava 'Bandiera rossa'. Il rap dovrebbe essere l'ultimo dei veicoli per certe idee: se questo è il libero pensiero di giovani come Anastasio... io invece sento l'obbligo morale di segnare una linea, come quando anni fa dopo un concerto vennero a chiedermi di autografare una tessera di CasaPound! Poi non credo che i problemi siano solo italiani: anzi, dico che l'odio fa sold out in tutto il mondo". Ma Ensi è ottimista: "Sta a quelli della mia generazione dire qualcosa sulla politica: un ragazzino che vuole solo sbranarsi la società non lo condivido, però lo capisco. Però vedo anche tanta sostanza e rabbia nei ragazzi, e il 2019 sarà l'anno delle penne importanti: tornerà l'importanza di raccontare qualcosa, non sarà più solo una gara di ritornelli. Non devi per forza salvare il mondo, puoi parlare di scarpe ma ci deve essere una poetica, una cultura nel senso di una consapevolezza. E devi rincorrere un tuo stile, come fanno Tedua, Izi e Lazza".
Ensi incontrerà i fan in diretta streaming sui suoi canali social il 31 gennaio e negli in-store a Roma (1 febbraio), Milano (2 febbraio) e Torino (3 febbraio).