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Palacio, Rossini è il capostipite del bello

Il direttore artistico del Rof, gli altri hanno imparato da lui

PESARO - "Rossini? E' il capostipite di tutto il bello che è venuto dopo. Oggi c'è la possibilità di ascoltare le sue opere meno note e spesso la gente dice: 'qui anticipa Verdi'. E' che è Rossini, gli altri hanno imparato da lui". Parola di Ernesto Palacio, attuale direttore artistico del Rossini Opera Festival dopo essere stato lui stesso un affermato tenore rossiniano, un insegnante di canto e un agente di cantanti, in primis del tenore superstar Juan Diego Florez, peruviano come lui.

Da quest'anno segue anche l'Accademia Rossiniana, masterclass per giovani cantanti, raccogliendo così un doppia eredità di Alberto Zedda, musicologo e direttore d'orchestra morto nei mesi scorsi, una delle colonne della renaissance rossiniana, per anni direttore artistico del festival e fondatore dell'Accademia: "Una responsabilità che sento moltissimo. Come direttore artistico sono alla guida di una manifestazione che ha ormai 40 anni, un fiore all'occhiello della cultura italiana. Cerco di lavorare con il meglio di quello che offre il mercato, rispettando la filosofia del Rof. Quest'anno abbiamo tre regie completamente diverse l'una dall'altra: La Fura dels Baus per le Siège de Corinthe, che è una novità, e le riprese della Pietra del Paragone di Pizzi e di Torvaldo e Dorliska di Martone, con cast, direttori e masse artistiche nuove. Non si può dire 'questa l'ho già vista', si tratta di spettacoli concettualmente nuovi. E' questo che deve fare un festival".

E' già definito il cartellone del Rof 2018, anno delle celebrazioni dei 150 anni dalla morte di Rossini: Ricciardo e Zoraide con Florez, Adina, la ripresa del Barbiere di Siviglia con la regia di Ronconi e "la versione con orchestra della Petite Messe Solennelle, il testamento musicale di Rossini". L'Accademia Rossiniana gli ha offerto la possibilità di conoscere nuove voci e talenti emergenti. E se è vero che "una voce eccezionale non la trovi tutti i giorni", secondo Palacio "in generale il livello medio si è alzato. Ma poi - sottolinea - per cantare non serve solo la voce, ma ci debbono essere anche preparazione, cultura musicale, classe, tutte cose che si acquisiscono con lo studio. Vedo tanti giovani cantanti italiani convinti che basti avere una bella voce. E ne vedo tanti, americani e russi in particolare, che sono musicalmente molto più preparati".

Anche per questo il grande tenore divenuto direttore artistico apprezza che i giovani dell'Accademia Rossiniana abbiano seguito le prove e gli spettacoli degli altri titoli in programma. "E' un modo per imparare". Ora tocca a loro: il 14 e il 16 agosto saranno protagonisti del Viaggio a Reims.

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