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Addio Al Jarreau, l'acrobatica voce del jazz

Aveva 76 anni, vinse 7 Grammy. Aveva fermato il tour il 9 febbraio

E' morto a 76 anni Al Jarreau, leggenda della musica jazz e r&b. Ricoverato da qualche giorno in ospedale a Los Angeles, aveva il 9 febbraio annullato tutti i concerti in programma. Nella sua lunga carriera aveva vinto per 7 volte il Grammy. Il suo portavoce, Joe Gordon, ha dato notizia della morte per cause al momento non rese note.

   

La lista di morti illustri sembra davvero non voler finire. Oggi se n'è andato Al Jarreau, l'acrobatico cantante che aveva portato le più sofisticate tecniche del canto jazz nel mondo della musica soul pop. Aveva 76 anni e da qualche tempo la sua salute era malferma: di recente, dopo un ricovero, aveva annullato il suo tour e aveva annunciato il ritiro dalla scena. Al Jarreau era esploso sulla scena internazionale verso la fine degli anni '70: era il 1977 e il doppio live "Look To The Raimbow" fece gridare al miracolo, aggiudicandosi il Grammy per il miglior album di jazz vocale. Jarreau aveva trovato un modo di nuovo di utilizzare il canto jazz, di sfruttare, in modo diverso e più aperto a sofisticate contaminazioni, tecniche come lo scat, uso di sillabe e suoni senza significato per eseguire assoli al pari degli strumenti, il vocalese, che invece riproduce assoli strumentali utilizzando le liriche di una canzone. In più metteva in mostra un'incredibile abilità nel trasformare la voce in uno strumento a percussione. In particolare la strepitosa versione di "Take Five", il più celebre 5/4 della storia del jazz, diventò un vero e proprio "cult". A quel risultato Al Jarreau era arrivato grazie a una solida formazione, aveva alle spalle un diploma in psicologia, uno in riabilitazione vocale e seri studi musicali e, lui che era nato a Milwaukee, aveva cominciato a cantare jazz con un trio che al pianoforte vedeva George Duke. Le ossa se l'era fatte dividendo le serate nei club dove si esibivano stand up comedian destinati a un futuro da star come Bette Midler e John Belushi. Non per niente i primi passi verso la celebrità li ha compiuti proprio apparendo al "Saturday Night Live", che viveva la sua stagione d'oro. Il mix esplosivo di acrobazie vocali, di jazz, latin, soul e funk si è via via andato addolcendo verso terreni pop: nel 1981 ottiene il più grande successo della sua carriera con l'album "Breakin' Away" che contiene "We're In This Love Together", che rimarrà la sua hit più famosa. Nel 1985 Quincy Jones, che lo ha voluto anche nell'album manifesto "Back On The Block", gli affida una delle voci soliste di "We Are The World". Negli anni '90 ha deliberatamente diradato la sua produzione discografica per dedicarsi a un'intensissima attività live che lo ha visto collaborare con gente come Miles Davis, George Benson, Chick Corea, prodursi anche in concerti con l'orchestra sinfonica. Con il nuovo millennio, problemi respiratori e cardiaci hanno pregiudicato la sua attività, costringendolo più volte al ricovero. Nel 2012 era stato al festival di Sanremo, dove, ospite dei Matia Bazar aveva cantato la versione internazionale di "Parla più piano", il tema de Il Padrino. Al Jarreau era uno dei pochi nella storia ad aver vinto il Grammy nella categoria, jazz, R&B e Pop. E' stato un cantante che esercitato un'influenza enorme sul mondo della musica, aprendo di fatto le porte a un nuovo modo di cantare.

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