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Fabrizio Moro, in questo festival mi sento a casa - VIDEO

Cantautore in gara con il brano Portami via. Nuovo album il 10/3

ROMA - Il palco di Sanremo fa paura, si sa. Fa paura anche se e' la quinta volta che ci sali su, e anche se ti chiami Fabrizio Moro e hai una carriera ventennale alle spalle e una certa familiarita' con la tv. "A dirla tutta ogni palco fa paura, ed e' giusto che sia cosi'. L'importante e' saperla gestire quella paura, anche perche' se non ci fosse, significherebbe che hai perso stimoli in quello che stai facendo. Spero proprio che non mi passi mai", racconta all'ANSA il cantautore romano, che Carlo Conti ha voluto tra i 22 big in gara al Festival con il brano Portami Via.

Quest'anno, pero', a diciassette anni di distanza dal suo esordio tra i Giovani, le sensazioni sono "diverse e variegate". "Diciassette anni... a me sembrano 50 per tutto quello che mi e' successo. Ma a guardare indietro mi accorgo che c'e' un filo conduttore, fatto di gioie ma anche di amarezze, tra l'Ariston e la mia vita - racconta ancora Moro -. Stavolta pero' sono felice perche' la sensazione e' quella di essere a casa. Non mi sembra piu' di essere fuori luogo. Conosco tanti artisti in gara, a livello umano oltre che professionale: cantanti con cui ho collaborato o lavorato nei programmi tv". L'elenco e' lungo: c'e' Fiorella Mannoia, ci sono Elodie e Sergio Sylvestre, e c'e' anche Maria De Filippi che lo ha voluto tra i professori della scuola di Amici. "Strano trovarla all'Ariston? Sarebbe stato strano il contrario. Lei e' dovunque", scherza il cantautore che dedica il brano sanremese alla figlia di tre anni. "Portami via e' una richiesta d'aiuto. E lei, inconsapevolmente, mi ha aiutato a uscire da un momento particolare della mia vita". A Libero, il figlio maggiore che ha 7 anni e gioca a pallone, dedica invece La leva calcistica della classe '68 di Francesco De Gregori ("una canzone che amo da sempre per la sua profondita' e bellezza"), scelta per la serata del giovedi', quella dedicata alle cover. In una versione fedele all'originale: "Gia' la mia voce la stravolgera', non voglio farlo anche negli arrangiamenti. E' perfetta cosi', le canzoni hanno equilibri sottili che non vanno troppo intaccati. Spero solo di non sfigurare: mi sono preso bella responsabilita'".

Oltre alle cinque volte in gara come cantante, Moro - che da poco ha fatto pace con Pensa, la canzone che gli ha dato la notorieta' e la vittoria tra i Giovani nel 2007, ("e' stata una cosa piu' grande di me e per tanto tempo mi ha condizionato: sentivo che mi non rappresentava e avevo paura di perdere quello che avevo costruito") - ha vissuto il festival da protagonista anche come autore. "In realta', lo sono diventato per caso. E' iniziato tutto con Noemi: era il 2012 e lei e' andata al festival con Sono solo parole. Ma non e' che e' piu' rilassante, anzi, perche' non hai alcun controllo. Comunque dopo quell'esperienza mi si e' aperto un mondo: con i diritti Siae ho cominciato a finanziare i miei progetti e anche due tour. E cosi' ho continuato, ma io rimango sempre un cantautore perche' tutti i brani che scrivo, li scrivo per per me. Solo per Fiorella Mannoia ho fatto un'eccezione". Il 10 marzo uscira' l'album Pace (Sony Music Italy). Titolo evocativo: "Pace e' la sensazione che trovo e perdo piu' velocemente in questo periodo. Una condizione che sto cercando e che si riflette in tutte le canzoni. Sono sempre stato istintivo e rabbioso. L'essere chiuso non mi ha giovato alla carriera, anzi ho perso tante occasioni. Con la maturita' e l'esperienza sono un po' cambiato, ma quello che non ho perso e' l'istintivita' nella scrittura. Ai giovani di oggi dico: state tranquilli e godetevela, come io non ho fatto. Mentre al me stesso di 20 anni fa direi: 'brutta testa di...'". Moro tornera' anche live con due anteprima tour: il 20 aprile al Fabrique di Milano, il 26 maggio al Palalottomatica di Roma.

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