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Sense Sound/ Sound Sense, Fluxus e la musica

''Sense Sound / Sound Sense'' è un progetto espositivo dedicato alle partiture musicali, ai dischi e al rapporto con la musica del movimento Fluxus, nato tra fine anni '50 e inizio '60 del Novecento, che si terrà a Roma dal 7 maggio al 2 luglio 2016 all'Auditorium Parco della Musica di Roma.Il progetto è frutto della collaborazione tra la Fondazione Bonotto e la Fondazione Musica per Roma ed è a cura di Patrizio Peterlini e Walter Rovere con lacollaborazione di Giorgio Maffei.
Fluxus è un movimento artistico che nasce alla fine degli anni 1950 e si costituisce nel 1962, i cui aderenti, di varie nazionalità, che si riconoscono nelle posizioni dell'architetto lituano George Maciunas (1931-1978), promotore della rivista ''ccV TRE (uscita a New York dal 1964 al 1976)  sono uniti dal desiderio di superare la tradizionale attraverso uno sconfinamento dell'operare artistico nel ''flusso'' della vita quotidiana, e la conseguente rivalutazione degli atti e dei gesti più elementari e gratuiti, di cui si rivendica l'intrinseca artisticità. Nascono così nuove forme espressive che sconfinano e interagiscono tra le varie arti, tendendo a un'interattività che coinvolga sia operatori sia fruitori e che nascono dalla fusione di più codici artistici, spesso con modalità non dissimili da quelle di happenings e performances.
La mostra intende proporre un primo ragionamento sulle partiture e la notazione musicale in ambito Fluxus, che ebbe la particolarità di dedicare enorme importanza alla produzione musicale, presentando tutte le proprie manifestazioni pubbliche come ''concerti'', concerti che però demolivano sistematicamente ogni nozione accettata di forma e contenuto in musica, prendendo di mira le convenzioni d'ascolto e i valori culturali della musica classica antica e moderna.
''Notations'' di john Cage, compendio sulle innovazioni relative alla scrittura della notazione musicale, nato nel 1969 in collaborazione con l'artista Fluxus Alison Knowles,è alle origini della mostra, visto che le partiture del movimento seguirono un approccio radicale, svincolandosi dalla necessità di ''rappresentare'' i suoni mediante simboli specializzati, e trascinando la notazione nei campi della grafica, della poesia e delle arti visive, fino a poter assumere uno status di opere d'arte autonome e concluse, perfettamente sovrapponibili alle ricerche artistiche puramente visuali dell'epoca.
La mostra avrà una forte componente interattiva tecnologica per cui di ogni partitura sarà possibile ascoltarne o vederne una esecuzione storica. Saranno inoltre esposte sculture sonore e concettuali, strumenti autocostruiti, poster e documenti originali, dischi e libri d'artista ad argomento musicale. La mostra avrà un'appendice anche nel Foyer della Sala Petrassi, dove verranno esposte le 7 grandi tele dell'installazione dei ''Sette quartetti. L'oublie de Métamorphoses'' (2009) di Gianni Emilio Simonetti. Tutti i materiali provengono dalla Collezione Luigi Bonotto e per l'inaugurazione il 6 maggio verranno eseguite alcune performances tra cui ''Natura Morta'' di Walter Marchetti.
Questa attenzione alla musica e al suono portò nei primi anni Sessanta molti artisti ad lavorare alla produzione di dischi, andando oltre la registrazione classica delle composizioni musicali, cercando di documentare performance e happenings. Vinile e custodia divengono supporti sui quali agire nuove sperimentazioni e nascono quelli che si possono definire dischi d'artista. Knizak e Køpcke ad esempio fecero esperimenti alterando dischi con colla, graffi, bruciature ecc. per produrre oggetti-sculture dal suono unico, mentre Vautier mise in vendita dischi presi a caso con istruzioni alternative la loro uso tradizionale, e Paik pubblicò la registrazione di un 78 giri di Schoenberg suonato a 16 rpm.

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