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Joel Dicker, il piacere della scrittura

In Italia con 'Il libro dei Baltimore' autore caso Harry Quebert

ROMA - E' "il piacere" il motore del lavoro di Joel Dicker, che a 27 anni con "La verita' sul caso Harry Quebert" e' diventato uno scrittore bestseller vicino ai 5 milioni di copie vendute nel mondo. A quattro anni dal suo fortunato romanzo, il protagonista Marcus Goldman e' tornato, ma "in realta' non se ne era mai andato" dice all'ANSA Dicker, in Italia con il suo nuovo atteso romanzo "Il libro dei Baltimore" (La nave di Teseo, pp 587, euro 22) che non ha fatto in tempo ad uscire ed e' schizzato ai primi posti della classifica dei piu' venduti.

"Avevo cominciato a scrivere 'Il libro dei Baltimore' ancora prima di finire 'La verita' sul caso Harry Quebert' e prima che fosse dato alle stampe. Poi e' arrivato il successo, ma volevo far conoscere meglio Marcus, avevo voglia di sviluppare questo personaggio" racconta Dicker, 31 anni, che dai suoi grandi occhi blu mostra la felicita' di parlare del suo nuovo libro in Italia, paese che gli ha "portato fortuna" e a cui e' particolarmente legato anche per le origini triestine della nonna. Diventato uno scrittore famoso, Marcus e' tormentato, nelle quasi 600 pagine de 'Il libro dei Baltimore', da quella che chiama la Tragedia che ha colpito il ramo ricco della sua famiglia, i Goldman di Baltimore, mentre lui appartiene a quello povero, i Goldman di Montclair, del New Jersey. Intrecciando diversi piani narrativi, seguendo il filo della memoria avanti e indietro nel tempo, Marcus ripercorre gli anni meravigliosi con la zia Anita e lo zio Saul, il cugino vero Hillel e quello acquisito Woody. Con loro formava un formidabile trio che si era giurato amicizia eterna ed era innamorato della stessa ragazza Alexandra "dallo sguardo luminoso". E sara' proprio il grande amore perduto Alexandra che Marcus ritrovera' grazie a un cane ne 'Il libro dei Baltimore'. "Anche l'amicizia e' una forma di amore. Se togliamo l'aspetto erotico, carnale, e' molto difficile distinguere nettamente tra i vari sentimenti che nel romanzo si mescolano fra loro" spiega Dicker, che vive a Ginevra, dove e' nato nel 1985, ma conosce bene l'America dove ha ambientato il suo nuovo romanzo in cui la memoria gioca un ruolo fondamentale.

"Quello che facciamo oggi affonda le radici in cio' che ci e' accaduto prima. Nei romanzi, ma anche nella vita, i personaggi per capire chi sono e cosa fanno bisogna sapere da dove vengono. Piu' si conosce il passato di una persona, meno si e' portati a giudicarla" spiega lo scrittore. Woody, il piu' selvaggio, accolto come un figlio dai Baltimore, mostra come si possano avere "legami tanto forti - dice - come quelli familiari con qualcuno che non e' della famiglia. Tutti abbiamo un amico che diciamo 'e' come un fratello, una sorella'". Alexandra in questo puzzle "e' forse l'unico personaggio equilibrato. Tutti gli altri hanno sentimenti di invidia, gelosia. Alexandra e' molto piu' sicura di se' e quindi ha una visione piu' giusta". Marcus la ritrova attraverso il simpatico quattro zampe Leo "perche' i cani sono capaci di unire le persone e a me piacciono molto" spiega. La Tragedia che colpisce il clan crea quella suspense, quell'attesa nel libro di cui Dicker e' maestro come e' abile nel regalarci una scrittura semplice, che ti cattura. "La mia suspense non e' una scelta artificiale per far si che il lettore rimanga con me. Le mie storie racchiudono una moltitudine di vicende, tanti fili. E quando si interrompe un filo ci si sposta da uno all'altro e viene la voglia di vedere come andra' a finire" sottolinea Dicker e aggiunge: "La semplicita' della scrittura e' molto difficile. Mi piace la chiarezza nel modo di esprimersi".

Dobbiamo aspettarci una tetralogia per Marcus Goldman? "Prima del successo avevo pensato a una tetralogia americana, ma non lo so. Quello che mi dirige e' il mio desiderio. Il piacere che ci muove e' molto importante, nessuno puo' togliercelo. Ecco perche', anche se i miei romanzi precedenti (cinque) sono stati rifiutati, non ho mai smesso di scrivere". Ma e' lui Marcus Goldman? "No, non sono io, perche' mi piace uscire dal mondo in cui vivo per tuffarmi in un altro mondo. E' come vivere una seconda volta" risponde Dicker e annuncia che per Harry Quebert c'e' "un progetto di film che e' a buon punto, ma non ho ancora firmato nulla".

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