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Domenico Quirico, migrazione è esperienza mistica

Il 14 maggio a Torino con 'Esodo. Storia del nuovo millennio'

Partono e non torneranno mai piu' indietro. Il viaggio dei migranti, che potrebbe essere l'ultimo atto della loro vita, è annientamento e cambiamento, anche della loro condizione umana. "La migrazione è un'esperienza mistica di trasformazione di se stessi, è un atto creativo. Ed è anche rivoluzionaria ma nei nostri confronti perché ci mette di fronte a ipocrisie e falsità, fa crollare i pilastri di cartone in cui è contenuta la nostra Europa. I migranti bussano e ci mettono di fronte a chi siamo, attaccati al denaro e dominati da un'elite ridicola" dice all'ANSA Domenico Quirico che il 14 maggio sarà al Salone del Libro di Torino con il suo nuovo libro 'Esodo.Storia del nuovo millennio', in libreria in questi giorni per Neri Pozza.
Dall'Africa e dal Medio Oriente fino ai confini dell'Europa, Quirico racconta dall'interno i viaggi fatti con i migranti nel mare, nel deserto, Kayes, Siria, Mersin, Horgos, e anche Roma, a Tor Sapienza, e Catania. Un racconto in presa diretta di un popolo nuovo in cammino, che non si fermerà. "'Esodo' è il frutto di una riflessione su quello che ho vissuto con loro. Non è un libro ideologico, economico. Ho cominciato ad occuparmene casualmente nel 2011 e per me è stato naturale farlo entrandoci dentro, seguendo i cambiamenti delle persone e dei luoghi e il moltiplicarsi del fenomeno in questi ultimi anni. La migrazione come un'esperienza umana, mia e loro" spiega Quirico, inviato de La Stampa che ha seguito in particolare tutte le vicende africane degli ultimi 20 anni e ha vissuto per due volte l'esperienza del rapimento.
Alle migrazioni che avranno dimensioni numeriche sempre più grandi "noi - dice Quirico - opponiamo cose futili, regolamenti polizieschi, norme. Ma, non saranno Alfano o la Merkel o Cameron a fermare questo fenomeno storico. Al massimo possiamo smussare gli angoli. Il fenomeno - che in Europa è numericamente molto ridotto e non è vero che non c'è spazio - riguarda 220 milioni di migranti complessivi nel mondo. Per dimensioni, sociologicamente e politicamente siamo davanti a un popolo completamente nuovo con una sua identità particolare, quella del migrante. La precedente è sparita, ma noi continuiamo a non capirlo". E neppure abbiamo capito fino in fondo che "i peggiori nemici dei migranti non sono i xenofobi, Salvini, che rappresentano minoranze irrilevanti. I principali nemici sono i loro falsi amici, quelli che fingono di accoglierli e invece li vogliono utilizzare nel loro gioco economico. La Merkel - sottolinea Quirico - è il loro peggior nemico". Il migrante è uno che ha fatto 5 anni di viaggio, ha lasciato tutto. Non ha più alcun rapporto con il paese da cui è partito. "E' un viaggio senza ritorno dal punto di vista identitario, economico e politico. Quando sento parlare di rimpatri mi viene da ridere" dice.
Con l'Isis, secondo Quirico, non c'è una connessione diretta: "non è vero che i movimenti fondamentalisti islamici incitano ad andare verso l'Europa, anzi viene considerato un tradimento della causa della jihad. L'Isis c'entra in qualche modo in quanto una parte delle migrazioni viene da paesi in cui l'estremismo ha scatenato rivolte, le provocano perché fanno la guerra ma dal Califfato non è uscito un gatto. E poi la maggior parte vengono da paesi dove non ci sono guerre, Senegal, Pakistan" sottolinea il giornalista. Di formazione hegeliana, per cui la storia è quello che succede, Quirico vede comunque un futuro di almeno altri "30 anni di guerre, con paesi del mondo che si svuotano e altri che si riempiono" e l'unica via "è trovare un rapporto corretto per accogliere i migranti perché resteranno qua". Anche Quirico non è più lo stesso dopo le esperienze che ha vissuto: "questo è un mestiere che ti cambia, ti trasforma. Non so fare altro e trovo lo scrivere sui giornali, anche dal punto di vista letterario, un'esperienza fantastica e unica proprio per la sua caducità. Adoro scrive qualcosa che dura 24 ore, ti insegna a essere umile". (ANSA).

   

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