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Fanny Ardant, è bello rivivere anche i dolori

In La belle époque con Auteuil e Canet. "Io maestra di ricordi"

Tornare a vivere un momento del passato, esattamente com'era, e non solo perché si era più giovani. Chi non ha avuto mai questo desiderio? Proprio come capita a Victor (Daniel Auteuil) protagonista di 'La belle époque' di Nicolas Bedos, che sceglie di tornare ai suoi anni Settanta, "perché ai quei tempi - dice nel film - la gente si guardava ancora in faccia e non stava al telefonino, e il mondo era poi un enorme posacenere pieno di fumatori", ma soprattutto perché in quegli anni aveva incontrato il suo grande amore Marianne (Fanny Ardant). Queste le coordinate per entrare all'interno di questo film folle, brillante e nostalgico passato oggi alla Festa del cinema di Roma. E la Ardant? "Sono tanti i momenti della mia vita che vorrei rivivere - dice l'attrice alla Festa di Roma -. E devo dire che vorrei rivivere anche momenti in cui ero infelice perché, a volte, impari di più dalle infelicità". Non è il caso però di Victor, uomo all'antica. Quando un imprenditore (Guillaume Canet), grazie all'uso di scenografie, comparse e trucchi di scena, gli propone di rivivere (a pagamento) il giorno più bello della sua vita non ha dubbi: sceglie di tornare al 16 maggio del 1974, giorno in cui a Lione ha incontrato la donna della sua vita, la bellissima Marianne. Ma a un certo punto finzione e realtà si confondono. "Questo film è stato possibile grazie anche al grande feeling che ho con Auteuil - spiega la fascinosa settantenne Ardant -. Le cattiverie e le perfidie che gli faccio nel film (Marianne lo butta fuori di casa e lo tradisce, ndr) sono state possibili perché provo per Daniel esattamente il contrario. A cinema, si sa, non si balla mai da soli". Per quanto riguarda la tecnologia , spiega sorridendo di essere "una donna delle caverne" mentre, per quanto riguarda i valori, "l'amore è al primo posto, ma anche come amore dell'altro, della famiglia. Bisogna tuffarsi - dice ancora l'attrice -, non avere paura, che cosa sono i soldi in confronto all'amore?". Com'è cambiato il cinema? "È un po' come il vino, va ad annate. Anni belli e meno belli, ora però è sicuramente più industria di prima". Rinnamorarsi si può? "Sì, proprio come accade nel film, può succedere. Secondo me l'amore non è mai sprecato anche quando non è corrisposto". Differenze tra teatro e cinema? "Il cinema ti dà la sorpresa, ti trovi a recitare un personaggio che non conosci affatto, per il teatro, specie quello classico, è diverso". Nostalgie e passato? "Sono come i matti, non dimentico niente. Sono maestra di ricordi, ma amo anche il momento presente, in fondo, alla fine, sono due cose gemelle". La Ardant alza le braccia al cielo ed emette un gridolino solo quando le si ricorda che è nonna: "Che bello - dice - prima mamma e poi nonna. Che gioia avere grida e pianti di un bambino dentro casa".

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