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Golden Globes, nei discorsi domina il tema dell' inclusione razziale

Bale vince per interpretazione Dick Cheney e ringrazia "Satana"

Se l'anno scorso il punto focale dei Golden Globes, come delle altre cerimonie di premiazione compresi gli Oscar, furono i diritti delle donne e i movimenti Metoo e TimesUp, quest'anno è stata l'inclusione razziale e la diversità il tema sociale più sentito durante la serata dei 76mi Golden Globes, i premi istituiti dall'associazione che riunisce i giornalisti stranieri a Los Angeles, la HFPA, Hollywood Foreign Press Association. Il tema è stato trattato spesso, ad iniziare dai discorsi di Andy Samberg e Sandra Oh, presentatori della serata. E la diversità ha vinto quando i premi sono andati alla stessa Sandra Oh per la serie tv Killing Eve, a Mahershala Ali, migliore attore non protagonista in Green Book e a Regina King premiata per Se la strada potesse parlare. La King ha fatto uno dei pochi discorsi a contenuto politico della serata, promettendo di produrre, nei prossimi due anni solo progetti con il 50% delle donne impiegate in cast e crew.
    L'altro discorso importante è arrivato dall'accettazione del premio del regista di The Green Book, Peter Farrelly, che ha parlato del tema raccontando nel film la storia di un musicista nero che non poteva esprimere la sua musica per via del colore della sua pelle e di un italo-americano la cui integrazione negli Stati Uniti degli anni Sessanta non è stata tanto più facile. "Temi ancora oggi presenti nella nostra società - ha detto il regista -, ecco perché certe storie sono ancora così importanti".
    Ma il discorso più sorprendente della serata è arrivato da Christian Bale, che nell'accettare il Globo per il migliore attore protagonista di un film comedy, con Vice, ha ringraziato niente meno che il diavolo: "Grazie Satana per avermi dato l'ispirazione per interpretare questo ruolo", ha detto l'attore che con la sua consueta abilità (e anche grazie a una dieta ipercalorica che gli ha fatto guadagnare 30 chili) si è completamente trasformato, fisicamente ma anche psicologicamente, nella controversa figura di Dick Cheney, potente vice-presidente durante l'amministrazione di George W.  Bush. 
   

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