"L'unica cosa di cui hai davvero bisogno è del desiderio e della disperazione": questo è il motto dei due autori Hagai Levi e Sarah Treem (vengono da In Treatment) che raccontano la storia più banale del mondo: un uomo sposato ed una cameriera hanno una relazione. Gli stessi eventi vengono raccontati prima dal punto di vista dell'uno e poi da quello dell'altra. Sono due resoconti che differiscono sensibilmente in alcuni particolari (a volte insignificanti, a volte cruciali). Sono due resoconti perchè entrambi, in realtà, raccontano, nella prima stagione, la loro versione ad un poliziotto: qualcosa, legato ad un crimine violento, è accaduto. M
a lo spettatore scoprirà di cosa si tratta solo molto in avanti nella serie che ha uno spessore letterario di intreccio e personaggi e una libertà di struttura da cinema d’ avanguardia. In realtà gioca con le domande più antiche del mondo ("Chi è stato?", "Lascerà la moglie?") ma con una spietata abilità nello spostare ad ogni episodio, di pochi passi, la risposta a queste domande. Difficile ricordare un'altra opera audiovisiva (più che una serie è un film lungo ore e ore) capace di intrecciare thriller e melodramma, noir e sensualità, con la stessa abilitá e accuratezza.
Eppure non ci vuole moltissimo: ciò di cui hai bisogno per lavorare sono solo desiderio e disperazione. Non c'è storia, per quanto ovvia, che non abbia la sua forza innanzitutto nel disegnare la personalità di un narratore di diabolica destrezza. Quella che gli consente ad ogni episodio, proprio come sanno bene tutti i grandi narratori, di rilasciare con estrema riluttanza le informazioni più importanti: le serie sono diventate una palestra ideale di questo talento.