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Miniero, risate sull'Italia multietnica

600 copie per Non c'è più religione con Bisio e Gassmann

ROMA - L'idea era quella di mettere in scena un originale Natale multietnico in questa Italia a natalità zero. E così in 'Non c'è più religione' di Luca Miniero, in sala con 01 dal 7 dicembre con 600 copie, entra in scena un presepe vivente difficile da realizzare.

Siamo a Porto Buio, una piccola isola del Mediterraneo, dove il dinamico sindaco Cecco (Claudio Bisio) ha un problema non da poco; non c'è il bambino che deve fare Gesù. Ormai è troppo grande e pieno di pedicelli e barba. E così, a Porto Buio, dove la tradizione del presepe resta l'unica ''resistenza per non scomparire'', si cerca un bambino in prestito dalla più numerosa e prolifica comunità tunisina che vive nell'isola. Ad aiutare Cecco in questa impresa due amici di vecchia data: Bilal (Alessandro Gassman), al secolo Marietto, italiano convertito all'Islam e guida dei tunisini, e Suor Marta (Angela Finocchiaro), che non ne vuole sapere di "profanare" la culla di Gesù.

Che succede nel film? Tante cose. Nel presepe arriva un lama al posto del bue, c'è poi una Chiesa divisa in due, tra rito musulmano e messa tradizionale, e, ancora, di scena una madonna buddista per un presepe 2.0. "L'idea del film nasce solo dall'attualità - dice Luca Miniero regista dei successi Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord-. Volevamo mostrare, con irriverenza comica, il casino e la confusione che c'è nel conflitto tra religiosità". E ancora il regista sulla presenza nel film di Roberto Herlitzka nel ruolo di un imbarazzato vescovo che controlla la 'correttezza' di questo inedito presepe multiculturale: "la sua è una figura ispirata alla cronaca e che rappresenta la Chiesa tra modernità e tradizione. Un vescovo che mostra di non capire i nuovi dettami della Chiesa di Roma diventata più moderna di quanto possa immaginare. È chiaro che, in questo caso, si sente la presenza di Papa Francesco che sta cambiando, di giorno in giorno, le cose".

"Vedendo il film mi ha ricordato Benvenuti al Sud - spiega invece Bisio - . Anche qui si gioca sui luoghi comuni, ma questa volta tra cristiani e musulmani, un tema forte". Non è vero che la gente non ride di certe cose, dice ancora l'attore:" il giubbotto antiproiettile che portavo in Benvenuti al Sud, immaginavo facesse arrabbiare il pubblico meridionale, ma invece in sala la gente rideva. E sarà così, spero, quando in Non c'è più religione la ragazzina musulmana getta il suo zainetto e tutti scappano pensando a una bomba". Per Alessandro Gassmann: "il soggetto è bello e importante. Far ridere in modo intelligente sull'integrazione è una cosa che va fatta. È un film utile in questo momento".

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