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Abel e l'emozione di essere un'aquila

Storia da film e brividi da documentario. In sala dal 29/9

Volare sulle possenti ali di un'aquila, nel silenzio più assoluto delle vette delle Alpi, e poi gettarsi a capofitto su un coniglio trascinato da un ragazzo, che è amico e compagno di giochi per poi risalire verso l'infinito. E' tra i momenti più intensi di Abel, il figlio del vento, il film che mette insieme un regista come Gerardo Olivares e un documentarista come Otmar Penker, per un'esperienza cinematografica assolutamente unica. Mai si è visto così da vicino, in un film, il comportamento delle aquile, mai si è vissuto con tale intensità, in un documentario, il rapporto tra questo grande meraviglioso uccello, e un ragazzo.
La natura e i sentimenti, sono insomma il mix di questo film perfetto per i ragazzi alla ripresa scolastica, che esce nelle sale italiane il 29 settembre con Adler. Abel, il figlio del vento, racconta infatti la storia di Lukas, un ragazzo con una storia difficile, che trova Abel, aquilotto cacciato dalla sua tana dal fratello più forte. E si avvale di un cast di grande livello: Jean Reno, Tobias Moretti e Manuel Camacho nei panni appunto di Lukas. Il ragazzo trova l'aquilotto e lo nasconde nel bosco, dove si rifugia nella solitudine a cui lo costringe il padre alcolizzato e violento.
Lo cura, gli insegna i segreti della vita di un'aquila, ed insieme impara lui stesso il valore della forza, dell'orgoglio e soprattutto, alla fine, della libertà. La libertà che dovrà restituire ad Abel se vuole che torni ad essere veramente un'aquila, senza temere di perderne l'affetto che alla fine, inevitabilmente, ritroverà.
''La ragione principale di questa storia - ha spiegato il regista Gerardo Olivares - è la relazione tra l'aquila e il ragazzo. C'è un momento nella vita in cui tutti dobbiamo volare da soli, e vale anche per l'aquila come per il ragazzo. Abbiamo usato ben 28 aquile per girare Abel, il figlio del vento. E il momento più difficile è stato quando l'animale e il ragazzo interagivano. Non si può mai sapere la reazione di un animale che si vede circondato da microfoni, luci, telecamere. Manuel si è esercitato con le aquile per un mese prima di iniziare a girare''. Ma è stato anche necessario sperimentare nuove tecniche di ripresa per mantenere intatta l'autenticità dello scenario naturale delle alpi austriache, dove si simula anche una grande valanga grazie all'utilizzo di cannoni sparaneve. Il film si avvale quindi della collaborazione di Franz Schüttelkopf, Paul Klima, Michael Holzfeind e altri falconieri provenienti dall'associazione di falconeria Adlerarena Landskron. Tra i vari metodi sperimentati, le riprese aeree attraverso il volo in tandem di aquile e veicoli aerei ultraleggeri. Nelle prime fasi di vita delle aquile poi, per evitare il più possibile di disturbare i rapaci e di essere invadenti, è stato trasferito per un anno un esemplare femmina di aquila e i suoi piccoli, provenienti dalla falconeria, all'interno di una voliera rimodellata appositamente per ospitare le riprese e in cui potevano essere ripresi da una telecamera fissa. L'effetto è davvero emozionante e di grande realismo.

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